Come testimoniare Cristo nella vita quotidiana?

Innanzitutto, per testimoniare la fede non bisogna imporsi, convincere o credere di essere migliori di chi non ha ancora incontrato Gesù. Come la carità, anche la testimonianza si fa a bassa voce, una voce dolce, ma costante.

I GESTI

Si testimonia la fede con i gesti: il segno di croce quando si entra in una chiesa, quando passa un’ambulanza, prima di iniziare il pasto, dovunque ci troviamo. Anche sul luogo di lavoro si può fare il segno di croce, anche se non è “di moda” e questo gesto potrebbe attirare su di noi parole di scherno o sguardi confusi. Sicuramente questo gesto è segno di devozione, di protezione e segno che apparteniamo a Cristo, proprio per questo non farlo quando entriamo in una chiesa è come rinnegare la nostra fede. Ci sono anche altre accortezze che non sono gesti espliciti, come per esempio scegliere di indossare la fede nuziale o una catena con una medaglietta benedetta o un crocifisso. Ciò che indossiamo ci definisce e indossare il segno della fedeltà a propria moglie o marito è già una testimonianza forte e chiara.

LE SCELTE

Teniamo presente che quando compiamo una scelta, escludiamo tutte le altre opzioni. Questa premessa è necessaria perché un cristiano non può fare altrimenti. Decidere di andare a messa la domenica vuol dire dedicare quel tempo a Dio nella preghiera comunitaria, escludendo le mille altre attività che potremmo svolgere al suo posto e che, apparentemente, sembrano più allettanti (per esempio: dormire, rilassarsi, uscire con gli amici ecc.). Testimoniamo Cristo anche con altre scelte, piccole o grandi che siano. Sposarsi e non andare a convivere prima è una scelta; entrare in seminario è una scelta; valutare le proposte di lavoro anche in base alla lontananza da casa è una scelta. In particolare, facendo un passo indietro, sono le nostre priorità che dettano le scelte. Se la priorità è tua moglie/marito o la famiglia, allora dedicare tempo di qualità a loro è la scelta conseguente; se la priorità è Dio, allora troverò il tempo per confessarmi, per pregare e così via.

NON TIRARSI INDIETRO

Sembrerà banale, ma non lo è: testimonianza è anche quando siamo chiamati in causa in prima persona e non ci tiriamo indietro nell’annunciazione della Buona Novella. Se un tuo compagno ateo o cristiano “tiepido” ti chiede come mai tu vada a messa, è tuo dovere rispondere e saper rispondere. Per saper rispondere abbia l’arma della formazione. Studiamo tantissimi anni a scuola, non possiamo spendere del tempo per formarci sulla nostra fede? Saper dare ragione della nostra fede ci rende credibili agli occhi del mondo. Rispondere, invece, che andiamo a messa per abitudine o perché i genitori ci obbligano, non regge alla critica, diventiamo preda facile e la conferma che, in fondo, neanche i cristiani, ci credono davvero.

Virginia Banfi

Se hai bisogno di aiuto: https://www.vitavarese.org/contattaci/