Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, ospite a Varese nell’ambito del “Mese per la Vita, Febbraio 2019″, parla di vita e famiglia. Il tema impegnativo si snoda nell’arco di 51 anni, dalla pubblicazione dell’enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI  fino all’esortazione apostolica “Amoris laetitia” di Papa Francesco e agli ultimi interventi del Pontefice in tutte le occasioni civili e religiose.

San Paolo VI e Humanae vitae: la forza della vita entro la famiglia

Il 25 luglio 1968 San Paolo VI già presagiva le grandi difficoltà che sarebbero sorte, avvertiva la “(nostra) gravissima responsabilità” ed esprimeva la propria sofferenza spirituale, ma ciò che stava a cuore al Pontefice era la “dignità dell’istituto matrimoniale, la santità del coniugio cristiano”(leggi qui il nostro articolo ). Riletti tutti i documenti, invocato lo Spirito Santo, pregato, ponderato le conseguenze: i dubbi si sono dissolti, l’enciclica va pubblicata. Al n.18 di H.V. il Papa già anticipava le reazioni aspre e sprezzanti che in alcuni ambienti della comunità  ecclesiale avrebbe ricevuto. Non può  smettere però di proclamare con umile fermezza tutta la legge morale sia naturale sia evangelica. Negli anni successivi si è poi confermata la verità ma anche il valore profetico di H.V . Bisogna considerare anche che il 1968 era l’anno della contestazione, un documento così coraggioso e controverso si poneva del tutto controcorrente rispetto alla liberalizzazione sessuale, alla diffusione del contraccettivo e dell’aborto. A monte vi era la preoccupazione della bomba demografica che avrebbe minacciato benessere e ricchezza delle popolazioni più abbienti. Oggi , dopo 51 anni, si vede che nessuna delle utopie si è realizzata: nè la felicità nè la ricchezza. La forza della vita si vede entro  la famiglia.

Attualità e profezia di Humanae vitae

In realtà si assiste al crollo demografico, all’arrivo di masse di migranti dei quali il nostro Paese ha bisogno, ma che nessuno vuole. Prospera ilcontrollo medico delle nascite, e solo nel nostro Paese, nel 2005, abbiamo avuto il coraggio di mettere la vita ai voti: la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita non è stata modificata, perchè al referendum il 74% si è astenuto e così ha vinto il popolo della vita.

Tante donne oggi non riescono a concepire per via dell’uso prolungato della  contraccezione, confermando così la profezia dell’enciclica e di San Paolo VI.

San Giovanni Paolo II: Evangelium vitae e Gaudium et spes

San Giovanni Paolo II richiama nella sua enciclica sia la costituzione pastorale “Gaudium et spes” sia l’enciclica “Humanae vitae”. E’ consapevole delle difficoltà gravi nella vita dei coniugi cristiani, ma la speranza illumina il cammino degli sposi e tutto diviene possibile se essi innestano il loro amore nella grazia dello Spirito Santo.

La visione della vita coniugale è contrassegnata dal realismo cristiano, cioè (come già detto da altri, Sturzo, De Lubac, Rahner ecc.) senza le forze spirituali, senza la grazia dello Spirito, non è possibile farcela. Così gli sposi sono genitori nello Spirito in un’autentica pedagogia del cuore e della teologia del corpo.

Nel 1984 il Santo Padre afferma che l’insegnamento di H.V. rimane per nulla facile, ma risponde alla struttura fondamentale mediante la quale la vita è stata trasmessa fin dalla creazione del mondo nel rispetto della natura e in conformità con le sue esigenze. E’ legge di natura, legge morale, che noi traduciamo nella teologia della vita.

E’ fondamentale capire questa coincidenza tra la legge naturale e la legge che viene dallo Spirito.

In E. V., nel 1995 , San Giovanni Paolo II al n.5 dice che  “H.V. riafferma il valore della vita umana”. Difesa e rispetto della vita sempre. Al  n.17: il XX secolo sarà considerato un secolo di attacchi massicci contro la vita (ideologie totalitarismi guerre ) con massacro permanente di vite umane innocenti. Siamo di fronte ad una oggettiva congiura contro la vita, nella quale sono implicate le istituzioni internazionali impegnate a diffondere contraccezione, sterilizzazione, aborto (a ciò oggi si aggiunge l’orientamento sessuale e l’ideologia gender).

Al n.92:  all’interno del popolo della vita e per la vita è decisiva la responsabilità di ogni famiglia cristiana. La missione della famiglia cristiana consiste nel custodire, comunicare, rivelare l’amore.

Papa Benedetto XVI: l’educazione spetta alla famiglia, non allo Stato

Papa Benedetto XVI, ha scritto tre encicliche la prima delle quali è “Deus caritas est” dedicata all’amore. Anche nella terza enciclica, “Caritas in veritate” riprende  il tema della vita e dunque Paolo VI in H.V.

Nel 2009 il Papa scrive al n.44. che la Chiesa ha a cuore la vita dei coniugi e raccomanda il rispetto della vita nell’esercizio della sessualità, da non intendersi come mero fatto edonistico e ludico. L’educazione alla sessualità e alla vita spetta alla famiglia rispetto allo Stato e alle politiche restrittive dello Stato.

Papa Francesco: Amoris laetitia

Papa Francesco, in “Amoris laetitia”, esortazione apostolica che segue due sinodi dedicati alla famiglia, tratta il tema della difesa della vita. Documento discusso che ha generato interpretazioni contraddittorie in chi forse non lo ha letto bene.

n.68: rchiama H.V. dove Paolo VI ha messo in luce il legame intrinseco tra l’amore coniugale e la generazione della vita: pilastri che stanno a fondamento dell’amore coniugale, aspetto unitivo e generativo.

n.82: I Padri sinodali hanno affermato che la generazione della vita sembra oggi essere considerata  una variabile della progettazione individuale.

n.123: dopo l’amore che ci unisce a Dio l’amore coniugale è la più grande amicizia perchè è ricerca del bene dell’altro, intimità, tenerezza, stabilità…l’esclusività consiste però nel condividere un progetto stabile per tutta l’esistenza.

“Per sempre”, il desiderio dei figli per i loro genitori.  Poi l’amore per sempre rientra nel desiderio del 65% dei giovani, il cui più grande desiderio è sposarsi.

Al n. 166: la famiglia come luogo della generazione ma anche della vita che arriva come dono di Dio.

Ogni nuova vita esprime la dimensione più gratuita dell’amore: nessuna vita nasce per caso, non può essere mai stato un errore far nascere un figlio.

Considerare un atto di amore l’aborto per impedire ai figli di venire al mondo, per non farli soffrire, Martinez lo definisce vergognoso, come l’eutanasia, come il divorzio, così che i figli non vedano i litigi. Ma la soluzione al litigio non è il divorzio, è il perdono. 70 volte 7 dice Gesù. Il problema è che noi ci siamorassegnati a questa idea, che si possa essere “credenti cedenti”.

La nuova vita inizia con l’accoglienza e prosegue con la custodia verso la vita eterna, destino finale “la gioia della vita eterna” (n.172).

Il bambino ha il diritto naturale ad avere una madre e un padre (non separati).

L’uomo e la donna sono cooperatori dell’amore di Dio, quasi suoi interpreti. Mostrano ai figli il volto materno e paterno del Signore. Dio come madre e come padre ha, per così dire,  un antecedente in Osea,al n. 11. (Io a Efraim gli insegnavo a camminare, lo prendevo per mano; lo traevo a me, con vincoli di bontà…).La forza e la dolcezza, del padre e della madre.

Il dramma dei figli nati in provetta consiste proprio nell’assenza del passato, nella tradizione, nel non sapere verso chi volgere lo sguardo.

Papa Francesco continua poi dando il profilo del maschile e del femminile. L’eclissi dei padri e delle madri è la più grande tragedia del nostro tempo. La crisi del maschile e del femminile sta portando alla crisi della maternità e della paternità. Martinez parla non solo di quella biologica ma di tutte  le paternità e maternità, oggi il mondo degli adulti agli occhi dei ragazzi è semplicemente insignificante. Entrare nel mondo significa entrarvi in armonia, con il passato e con la propria identità. Tutto è diventato per i giovani insignificante. E le tre grandi agenzie educative, famiglia, politica e religione, (al posto di politica potremmo dire scuola) mostrano anch’esse grandi difficoltà.

Papa Francesco e la difesa della vita a tutto campo

L’apertura alla vita è al centro del vero sviluppo.

Nel 2013, Papa Francesco, all’inizio del suo pontificato introduce un’espressione inedita,”cultura dello scarto“, che schiavizza cuori e intelligenze con l’obiettivo di eliminare fisicamente e socialmente i più deboli. La risposta non può che essere un sì deciso e senza tentennamenti alla vita. Il primo diritto di una persona umana è la sua vita.

Nella “Evangelii gaudium” (2013): tra i deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura ci sono i bambini nascituri, i più indifesi e più innocenti. La posizione della Chiesa viene presentata come oscurantista e ideolgica e conservatrice, ma questa difesa della vita è legata alla difesa di quasiasi diritto umano. L’uomo è sempre sacro e inviolabile in qualsiasi fase del suo sviluppo: il prima il durante e il dopo.

La difesa della vita da parte di Papa Francesco è a 360 gradi, in tutte le sedi internazionali e non, la sua preoccupazione va alle nuove forme di violazione della persona umana, come la tratta degli schiavi.

Quando sentiamo questi discorsi pensiamo che non ci riguardino, ma non lontano da noi, in Moldavia, esiste una regione separatista, che si chiama Transinistria, dove ancora oggi si possono trovare i carrarmati dei soldati dell’Armata rossa, come se nulla fosse accaduto. Vi abitano 600.000 persone, e la tratta degli organi è una cosa normale. Non parliamo dell’Asia o del Sud America. Siamo in Europa e nel 2019!

A Strasburgo,  al Parlamento europeo, sul tema della vita, Papa Francesco denuncia l’insistenza di questioni tecniche ed economiche, nei dibattiti politici, a scapito del vero problema antropologico. L’essere umano rischia di diventare un ingranaggio di un meccanismo trattato come un bene di consumo, anche passibile di diventare oggetto di scarto: anziani,malati terminali, bimbi prima della nascita.

Ritorna alla mente Papa Benedetto XVI, che richiama l’importanza di insegnare l’arte di vivere, compito dei docenti ma soprattutto della famiglia.

Arte in crisi perche è in crisi l’esperienza che ne facciamo. Si sopravvive al male, ci si accontenta di sopravvivere.

“Rimanete nel mio amore” dice Gesù. In Gaudium et spes al n.31: siamo chiamati a dare speranza alle nuove generazioni e nuove ragioni di vita.

La vita è e rimane un formidabile prodigio.

La crisi spirituale della famiglia: San Giovanni Crisostomo e Sant’Agostino

Figli educati figli salvati“. Triste assistere al comportamento di molti genitori cristiani che rinunciano alla trasmissione della fede ai loro figli, assecondando una certa psicologia “rispettare la libertà dei ragazzi così che possano costruire la loro autostima”.

San Giovanni Crisostomo, Padre della Chiesa: “Ci è stato affidato un grande impegno, i nostri figli, preoccupiamoci di loro e facciamo di tutto perchè il maligno non ce li porti via”. Noi non ce ne occupiamo, piuttosto pensiamo alla loro eredità materiale. “Ricordati, non farai mai tanto per lui quanto insegnandogli ad essere cristiano“. Di fronte alla cura spirituale dei figli tutto per noi sia secondario. Oggi stare al fianco della famiglia e degli sposi cristiani è un nostro impegno.

Siamo la prima generazione cristiana del terzo millennio, questa è una grande responsabilità. Dopo l’età di Gesù e quella del monachesimo e del’anno 1000. Poi ci siamo noi, smarriti e confusi.

Sant’Agostino chiama “spegnitori dello Spirito -riprendendo le parole di San Paolo- e assassini spirituali quei genitori che non lasciano ai loro figli Dio come Padre e la Chiesa per madre“. Facendo così, i genitori costringono i loro figli al servizio del demonio (in una lettera a Papa Bonifacio).

La preghiera e la forza dello Spirito Santo

La preghiera dovrebbe essere al centro della propria esistenza: fede interiorizzata, silenzio, ascolto, giudizio spirituale, capacità di vedere la storia con gli occhi di Dio, questa è la preghiera. Non le formule, le giaculatorie, ma l’intimità profonda con Dio. Lo Spirito compie il miracolo di realizzare la comunione intima, tra gli sposi. Niente più della preghiera è il cemento, il respiro, la forza. L’integrità della famiglia era al primo punto del manifesto dei “Liberi e forti” di don Sturzo. L’integrità è un fatto spirituale,si parla di cuore integro, di cuore, amore, non di portafoglio, non stato sociale. I figli devono imparare dai genitori la necessità di lodare Dio, di intercedere davanti alle sfide della vita, di dipendere da Dio. Onora il padre e la madre oggi è diventato difficile perchè non si trovano più padri e madri.

Il sinodo ci dà una grande responsabilità. Amoris Laetitia risponde alle nuove difficoltà, anche a quelle più scomode, di chi non conosce o non riconosce più la propria identità, perche mancano vere risposte della comunità cristiana, della società. Serve un supplemento di amore.

Il futuro della Chiesa passa ineludibilmente dal Vangelo della vita e della famiglia. Noi abbiamo una missione specifica, ardua: la famiglia è chiamata ad essere “sacramento di misericordia”.

L’augurio è che occasioni come queste ci facciano rientrare in noi stessi, amiamo questa casa comune che è la Chiesa.

(l’articolo è una libera stesura non rivista dal relatore; è possibile ascoltare l’intervento integrale nella registrazione qui sotto riportata).

 


Intervento di Salvatore Martinez nell’ambito del Mese per la Vita