E’opportuno stabilire la verità sul caso di Vincent Lambert, il giovane francese rimasto vittima di un incidente stradale nel 2008, a 32 anni. Abbiamo ricevuto notizie ufficiali dalla Presidenza di Steadfast onlus, l’associazione che ha un filo diretto con casi difficili di violazione del diritto alla vita di disabili (schierata in passato per la difesa  del piccolo Alfie Evans) e della lotta all’utero in affitto (leggi qui il nostro articolo). Prendiamo spunto dal video davvero commovente, pubblicato dai genitori di Vincent, che piange quando capisce quale sarà la sua fine.

Vincent Lambert: la condizione di minima coscienza

Dopo alcuni mesi di coma, Vincent ancora oggi è in stato di minima coscienza e, secondo numerose perizie, la sua condizione medica potrebbe giovarsi di trattamenti riabilitativi specifici.

Vincent respira in modo autonomo, non è attaccato a nessuna macchina e risponde agli stimoli.

È nutrito ed idratato artificialmente ma può deglutire anche piccole quantità di semisolidi.

Le posizioni contrapposte della moglie e dei genitori di Vincent

Nel 2013, la moglie Rachel, tutore legale, ha chiesto e ottenuto di interrompere l’alimentazione al marito ma la famiglia l’ha scoperto, per caso, e ha ordinato ai medici di ricominciare a nutrirlo.

Ne è nata una lunga battaglia legale che conta oltre 30 sedute giudiziarie. Da una parte i genitori e due fratelli di Vincent, dall’altra la moglie e altri famigliari con i dottori.

Le posizioni contrapposte di medici e giudici

L’ultima perizia medica ufficiale, del gennaio 2018, stabilì che, nonostante il suo stato sia irreversibile, non è un’ostinazione irragionevole continuare a nutrirlo artificialmente. I giudici francesi però non ne tennero conto e stabilirono che i dottori che lo hanno in cura possono interrompere ogni sostegno vitale.

I genitori si sono rivolti anche alla Corte Europea dei Diritti Umani che ha, purtroppo, respinto la loro richiesta di intervento.

Come ultimo tentativo la famiglia si è appellata al Comitato Onu che si occupa della Convenzione Internazionale sui diritti dei disabili: la richiesta presentata alla Francia è stata di sospendere l’esecuzione della sentenza per consentire un suo approfondimento della situazione.

Eutanasia per Vincent Lambert: sì o no?

Il 20 maggio scorso l’ospedale ha comunicato l’inizio della procedura eutanasica con sedazione profonda di Vincent senza rispettare le misure precauzionali imposte dal comitato ONU.

La mamma di Vincent da mesi si era appellata direttamente al Presidente francese, Emmanuel Macron, che proprio quel giorno dichiarò di non voler prendere alcuna iniziativa personale in quanto la decisione spettava ai soli giudici.

La stessa sera la sentenza di morte venne interrotta su ordine della Corte di appello di Parigi interpellata dai legali della famiglia.

Il ruolo del governo francese: sì all’eutanasia

Il 31 maggio, però, pochi giorni dopo le votazioni per il Parlamento Europeo, il Governo Francese con un voltafaccia incredibile ha chiesto alla Corte di Cassazione di pronunciarsi sull’ordinanza di sospensione dell’interruzione delle cure emessa dalla corte parigina.

Ponzio Pilato anche in Francia

L’ultima sentenza si è avuta il 28 giugno 2019.

La Corte di Cassazione ha dichiarato nulla la decisione della corte emessa il 20 Maggio in quanto non competente per deliberare: sembrerebbe quindi un parere positivo per Vincent. La Corte, però, non si è espressa sul dovere di rispettare le misure provvisorie in tutela di Vincent.

Di conseguenza le posizioni degli avvocati delle parti sono contrapposte:

Il legale dei genitori, Jerome Triomphe, sostiene quindi che:

a) le misure provvisorie rimangono valide e l’ospedale è pertanto obbligato a mantenere Vincent in vita fino alla decisione del Comitato ONU.

b) viceversa, se non lo facesse e lasciasse morire Vincent, si assumerebbe la responsabilità di una denuncia per omicidio premeditato su persona vulnerabile.

c)  se il governo non dovesse prendere un impegno serio nel farle rispettare, la famiglia citerà in giudizio anche i Ministri competenti, rei di non aver svolto il loro lavoro adeguatamente.

Il legale della moglie Rachel invece, dichiara che “la spina si può staccare subito”.

Difficile immaginare quali saranno gli sviluppi della vicenda che, in teoria, è arrivata al massimo ed ultimo grado di giudizio.

Noi di Steadfast Onlus, da sempre impegnati in difesa della vita, primo dei diritti umani inalienabili, ricordiamo che:

Vincent Lambert è vivo e respira da solo!

Vincent Lambert NON è in fin di vita, come riconosciuto da TUTTE le consulenze mediche, e quindi ha diritto a ricevere le cure assistenziali di base quali alimentazione, idratazione e igiene personale.

In questi anni ha vissuto in una struttura non attrezzata per le sue esigenze e questo ha notevolmente influito sulle sue possibilità di recupero.

Vincent Lambert NON è attaccato a nessun macchinario perché respira autonomamente.

In nessun modo si configura l’ipotesi di accanimento terapeutico.

Vincent Lambert non vuole morire!

– Vincent Lambert NON ha lasciato nessun testamento biologico e la richiesta della moglie di sospendere le cure si basa su presunte volontà verbali espresse dal marito ma impossibili da accertare.

Non si può lasciar morire di fame e di sete Vincent Lambert

– Vincent Lambert NON può essere lasciato senza idratazione e nutrizione in quanto la commissione ONU per i Diritti delle persone Disabili ha chiesto, in base ad una Convenzione ratificata dalla Francia, di sospendere ogni decisione finché non valuterà il caso direttamente.

La mamma di Vincent, Viviane, Lunedì 1 Luglio parlerà a Ginevra presso il Palazzo delle Nazioni prima dell’intero Consiglio dei diritti Umani delle Nazioni unite in occasione dell’apertura della 41^ sessione ordinaria.

Per tutte queste ragioni deve essere garantita a Vincent Lambert la possibilità di vivere circondato dall’amore di chi tiene a lui e ne ha a cuore il destino.

(dalla presidenza Steadfast onlus: Francesca Frigerio e Emmanuele Di Leo)