Ci arruoliamo anche noi nell’esercito di Alfie Evans, ormai siamo un’armata di proporzioni gigantesche, planetarie! E combattiamo insieme contro i barbari!Alfie Evans

Chi è questo bimbo di due anni, con genitori di 22 anni, che è riuscito a catalizzare l’attenzione del mondo intero? Un piccolo cittadino britannico che, come altri suoi connazionali, è nato con gravi problemi di salute. A quanto pare, però, la sfortuna non è stata nascere malati, bensì nascere malati in Inghilterra, dove l’onore e la pietà per chi è in difficoltà sono da tempo tramontati, per lasciare il posto ad una mentalità eutanasica, devastante, barbara, appunto.

Se il giudice dell’alta corte britannica ha deciso che la “vita di questo bambino è inutile”, se ha imposto di staccare le macchine che gli permettono di respirare, se ha ignorato le preghiere dei genitori, le implorazioni di Papa Francesco, se ha fatto uno sberleffo al governo italiano che, a tempo di record, ha concesso la cittadinanza italiana ad Alfie (onore al nostro Paese!), se tutto concorre contro Alfie… eppure, ma chi se lo sarebbe aspettato? Alfie non muore! Lui sì che ha un esercito vero alle spalle, quello dell’amore che smuove le montagne, che prega per te anche se non ti conosce, un esercito che se ne infischia se non sei efficiente, se non parli, se a fatica respiri. Un’armata disarmata, che ha ancora una grande aspirazione, quella di non essere valutata per quello che ha o che fa, ma per quello che è: un essere vivente appartenente alla specie umana. Ed è un grande vanto per noi Italiani essere alla testa di questa armata.

Ha ragione il Cardinal Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, quando parla di nuovi totalitarismi: l’ideologia che obnubila le coscienze, presente in un Paese che festeggia la nascita del terzo figlio di William & Kate, sano, bello, ricco. Un Paese che permette allo stesso giudice di esprimersi sullo stesso caso più volte; un Paese che forse ha delle falle nel sistema sanitario, incapace di diagnosticare una malattia, e che teme quindi di esporsi al pubblico ludibrio; un Paese che tiene in ostaggio un piccolo cittadino italiano impedendogli di venire nella nostra accogliente terra.

E in tutto questo Alfie che fa? Se la ride, si prende gioco ( inconsapevolmente) dei giudici parrucconi, dei medici che volevano farlo morire di fame e di sete, e non muore! Ha un esercito che gli sta a fianco, che sostiene i due giovani papà e mamma, per i quali proponiamo il Premio Nobel per la pace!

Forza, Alfie, vieni da noi, qui c’è il sole.