La nostra solidarietà verso gli amici di ProVita e Famiglia onlus, la cui sede è stata attaccata ieri, 25 novembre, a Roma, durante il corteo di protesta contro i femminicidi in Italia. Femministe isteriche, accecate da odio verso i Prolife di Pro Vita & Famiglia, hanno tentato di incendiare la loro sede. Se non fosse intervenuta la polizia in tenuta antisommossa, ci sarebbero probabilmente riuscite.

UN VIDEO VERITA’

Come emerge dal video, le femministe si sono espresse urlando con queste parole:

– PRO VITA & FAMIGLIA SONO IN CIMA ALLA LISTA DEI NOSTRI NEMICI

ODIO ETERNO Verso Pro Vita: FASCISTI!

– BRUCEREMO TUTTO

– I PRO VITA SI CHIUDONO COL FUOCO, MA CON I PRO VITA DENTRO, SENNO’ E’ TROPPO POCO

Hanno imbrattato la saracinesca con scritte quali “MORITE!” e altre schifezze del genere, lasciando la propria firma “Non una di Meno” e poi hanno cercato di appiccare il fuoco alla sede.

Un video che lascia interdetti per l’uso della violenza, l’odio degli insulti. Trovo infatti che emerga ancora una volta da parte delle femministe l’incapacità di affrontare un incontro basato su un confronto civile e democratico, preferendo esercitare la violenza.

LA SCELTA DELLA VIOLENZA E’ SEMPRE SBAGLIATA

Oltretutto, è questo un gravissimo segno di debolezza perché quando si esibiscono i muscoli, per intimorire l’avversario, è segno che scarseggiano i contenuti, mancano parole di profondità culturale.

In un corteo anti violenza, la contraddizione delle femministe emerge stridente nella scelta della pratica della violenza stessa, condita da parole distruttive di “odio”.

Chi pensa che questo sia lo stile utile per difendere le donne, si sbaglia di grosso. Non è con l’odio che si difende la vita delle donne perché l’odio è capace solo di distruggere le donne e la vita della società.

Solo la “cura”, la vicinanza e l’aiuto vero alle donne in difficoltà può sostenerle e difenderle, può ridare loro dignità e coraggio per imparare a difendersi. Solo la tutela della maternità può aiutare le donne a realizzare il loro desiderio di pienezza e il loro sogno di avere una propria famiglia.

Infatti, gli anni ’70 sono finiti per sempre e non è più il tempo dello slogan “l’utero è mio e me lo gestisco io” perché molta acqua è passata sotto i ponti, trascinando con sé tutto il dolore nascosto, taciuto, infinito, di troppe donne che hanno abortito.

Non è più il tempo del delirio di onnipotenza delle femministe perché oggi, nel 2023, possiamo fare i conti: in 40 anni, grazie alla Legge 194 del 1978, sono stati uccisi legalmente ben 6 milioni di esseri umani!

LA VERITA’ DELLA VITA NELLE PAROLE DELLA SCIENZA

La scienza, con la sua ricerca e le sue moderne tecnologie, ha dichiarato che il cuore batte fin dalle prime settimane e che pertanto la vita inizia dal concepimento. La vita della madre è una cosa e quella del figlio in grembo è un’altra, è una vita indipendente, perciò il figlio non le “appartiene”.

La scienza ci ha spiegato che l’embrione non è un grumo di cellule ma un essere che appartiene alla razza umana, completo di un programma epigenetico unico. Poiché questa affermazione è vera, nessuno ha il diritto di violare la vita nascente, non ancora nata.

I Prolife aiutano le donne in difficoltà, in ogni modo e senza tregua da 40 anni, sostenendo la loro maternità in ogni modo o aiutandole a curare le ferite dell’anima e del corpo che l’aborto ha procurato loro.

I PRO LIFE VICINI ALLE DONNE IN DIFFICOLTA’

Non sono gli “slogan” delle femministe che fanno bene alle donne, le quali, nel momento del bisogno, di fatto si ritrovano sempre sole. Ciò che fa nascere la speranza nelle donne in difficoltà è la vicinanza dei volontari per la Vita “reale”, fatta di incontro, dialogo, informazione e aiuto di ogni tipo materiale, spirituale, psicologico.

Le donne, grazie all’azione dei pro life, diventano più consapevoli di sé stesse, ritrovano la verità della propria femminilità e rinascono alla vita generando una nuova vita oppure cercando una nuova indipendenza, più forti e fiduciose di prima.

Susanna Primavera