L’aborto è un peccato? Richiede il Sacramento della Confessione per essere perdonato oppure no? A questa e altre domande in merito ad una questione che riguarda la donna, la famiglia, gli operatori sanitari, risponde un Sacerdote che, come confessore,  in diverse occasioni, si è trovato ad affrontare la supplica di perdono a seguito di un aborto procurato. Alla durezza e alla chiarezza della verità, però, non viene mai tolta la speranza del perdono di Dio, misericordioso e giusto.(E’ possibile leggere il curriculum di Don Andrea Tosca al termine dell’articolo).

L’aborto è un delitto

Nella mia piccola e giovane esperienza di sacerdote ho avuto modo di affrontare il delitto di aborto. Lo chiamo delitto perchè è un vero e proprio omicidio, che compie la madre, ma non solo.
La Chiesa nella sua saggezza ha da sempre associato al peccato di aborto la scomunica, che può togliere solo il vescovo. Questo perchè nella mentalità e nella cultura era venuta meno la coscienza della gravità di questo atto. Con la scomunica la Chiesa, che è Madre e Maestra, vuole affermare: “Attenzione, questo atto è un delitto, è grave! Ti pone lontano dalla comunione con il sentire Ecclesiale (scomunica) che afferma che il feto appena concepito è vita, è un essere umano!”(leggi qui il nostro articolo sull’inizio della vita umana)
Chi trovava, in passato, la forza di confessare l’aborto procurato ( per quello spontaneo* non c’è “deliberato consenso”, e quindi viene meno una delle 3 condizioni perchè si compia il peccato), doveva recarsi o dal parroco, che aveva questa facoltà, o dal rettore di un Santuario: essi soli avevano il permesso di poter assolvere questo peccato.
Dopo il Giubileo della Misericordia papa Francesco ha dato la facoltà di assolvere il peccato di aborto a qualsiasi sacerdote. Se da un lato questa decisione ha incoraggiato tante persone che avevano compiuto questo delitto a riconciliarsi con Dio, dall’altro “derubricando” il peccato a peccato che qualunque sacerdote può assolvere, lo ha reso meno “grave” nel sentire comune.(“L’aborto è come affittare un sicario”:leggi qui, però,  le dichiarazioni di Papa Francesco sull’aborto procurato)
Per la coscienza rimane comunque fondamentale la formazione, e cioè che i sacerdoti nelle omelie e nelle catechesi formino i cristiani alla gravità del peccato di aborto. Resta comunque la scomunica per chi abortisce o è complice dell’aborto.

L’aborto è un dramma

Nella mia giovane esperienza, dicevo, ho affrontato il dramma di questo peccato. Padri e madri sono riusciti a depressione angosciaconfidarsi in confessionale e a liberarsi di questo enorme delitto. Con tanta fatica, piangendo, con tanti rimorsi, a volte dopo decine di confessioni in cui non si era trovato la forza di dirlo.
Il potere sacramentale della confessione avviene solo se il penitente dice tutta la verità di quello che ha commesso. Questo psicologicamente significa ammettere a se stessi la gravità di ciò che si è compiuto, ma significa anche trovare la forza per chiedere aiuto a Dio, l’unico che può salvare dai nostri peccati.

“Se una mamma è intenzionata ad abortire…”

Mi sono trovato anche ad aiutare una persona vicino ad una mamma che stava pensando di abortire, perchè consigliata da medici che prospettavano malformazioni al feto.
Le ho detto, con tutta la forza che avevo, che doveva impedire questo peccato: ho usato il termine “omicidio”, ho usato il termine “delitto contro la vita”. Questa persona rincuorata dal mio suggerimento (aveva già pensato di agire in questa via, ma le serviva da un sacerdote una conferma!) mi ha comunicato che avrebbe parlato alla donna e avrebbe fatto il possibile.

Il dolore della donna dopo l’aborto

Le ho anche spiegato che l’aborto fa piombare la donna in una spirale di depressione e di morte.(leggi qui e qui gli articoli che testimoniano il dolore della donna). Questo purtroppo l’ho constatato con l’esperienza di alcune donne che hanno abortito sia deliberatamente che con l’aborto spontaneo.
A quel padre che d’accordo con la moglie ha compiuto l’aborto, ho fatto capire con tutta la delicatezza del caso, e senza far pesare il mio giudizio personale, che serviva fare qualcosa di più oltre la confessione.
Ho consigliato di “dare il nome” a quel bambino abortito, e di far celebrare tre sante messe.
Questa “procedura” l’ho applicata anche con una persona vicina alla mia famiglia che ha avuto due aborti spontanei. La mamma ha dato il nome ai suoi bambini, e li ha battezzati “nello Spirito” con il “battesimo di desiderio”.

Il ruolo del Sacerdote

Buon PastoreHo invocato poi il Preziosissimo Sangue di Gesù su questi bambini e abbiamo chiesto a Maria Santissima “di prenderli in braccio”, affinchè facesse sentire loro l’affetto di una Madre.
Consiglio poi di far celebrare sante messe per questi bambini nelle date della loro morte e del loro onomastico.
Tutte queste azioni fanno parte di quella “Comunione dei Santi” che professiamo ogni Domenica nel Credo durante la S. Messa.
Spero con queste mie parole di incoraggiare alla confessione sacramentale quante donne, uomini, medici, si portano dentro il peso di questo delitto e che vivono in uno stato di tormento.
Cristo solo può salvare l’uomo dal suo peccato, anche quello più tremendo, e ci può trasformare in sostenitori della Vita. Nella Storia della Chiesa è avvenuto così, primo tra tutti S. Paolo che da mandante di omicidi, si è trasformato in Apostolo del Signore!

don dott. Andrea Tosca

Paradiso! Paradiso!

Se sei in difficoltà per la gravidanza, se stai pensando di abortire, prima contatta il Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese: troverai aiuto e una strada diversa per affrontare il tuo problema. Non sei sola!
Se hai abortito e non riesci a ritrovare pace, chiama il numero verde 800969878. I volontari dell’associazione Fede e Terapia sono pronti ad aiutarti!
Curriculum di Don Andrea Tosca

Nato a Milano nel 1984, ha frequentato l’oratorio e la parrocchia Santa Maria di Caravaggio in Milano fin da piccolo.

Diplomato al Liceo Scientifico Salvador Allende, si è laureato nel 2007 in Scienze dell’Educazione all’Università di Milano Bicocca con una tesi in pedagogia generale sul metodo educativo di don Lorenzo Milani.

E’ entrato in seminario di Milano nel 2006 ed è stato ordinato sacerdote nel 2013 (Baccalaureato in teologia)

Per 7 anni è stato Coadiutore a Gorla Minore e Gorla Maggiore e Responsabile dell’Unità di Pastorale Giovanile delle parrocchie di Marnate, Nizzolina, Gorla Minore, Prospiano e Gorla Maggiore.

Per 2 anni è stato vicario parrocchiale a Misinto (MB) e responsabile della Pastorale Giovanile di Lazzate, Misinto, Cascina Nuova, Cogliate, Ceriano Laghetto. Attualmente si trova presso la congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, a Fatima, in Portogallo, per vivere un’esperienza mariana forte di preghiera e servizio al Santuario della B. V. Maria N. S. di Fatima.