In un altro articolo, avevamo narrato brevemente la storia di un evento vissuto da Rosalìa Arteaga Serrano, donna colta e appassionata di educazione e politica, diventata anche Presidente dell’Equador: il venire al mondo del suo bambino Jeronimo, affetto da sindrome di Down, (tradotto per la prima volta in italiano e reperibile presso https://www.ciserpp.com/) ella descrive l’attesa, la nascita e la brevissima vita del piccolo.

Riproponiamo oggi il delicato tema della maternità segnata da un bambino con particolari problemi come la Sindrome di Down. Le parole di Rosalìa infatti, il suo dolore, la preoccupazione per il futuro, l’intensità di sentimenti contrapposti e infine la trasformazione dello sguardo con cui contemplava affascinata la sua creatura, rendono questa testimonianza una lezione di umanità e un aiuto psicologico per ogni donna che diventerà mamma di un bambino “speciale”.

Il segreto di Rosalìa, che porta non solo all’accettazione del bimbo e lentamente alla serenità interiore, sta nel ribaltare la prospettiva e trasformare il problema in una grazia, una soluzione, un dono. E’ così che lo sguardo della madre diventa dolce e accogliente verso il bambino, il quale, rispecchiandosi in quello sguardo, si sente accettato, beneamato, felice! E’ proprio questa esperienza di un amore “percepito” che procurerà al bimbo un senso di sicurezza e contribuirà a formare la sua personalità…

bimbo dorme

1. Il bimbo è delicato, dolce e indifeso

Il bimbo appena nato, nella sua fragilità estrema, ha una bellezza speciale! E un bimbo con tali sintomi, suscita ancor più tenerezza e senso di protezione. Tutto nella nuova creatura è delicato; è così piccolo e la sua pelle è come seta. E’ totalmente dipendente dalla madre per il nutrimento e l’accudimento. I suoi sorrisi risplendono come fiori appena sbocciati. Ora, questa capacità di osservare la vita come una meraviglia, può salvare il cuore della mamma, colmo di paure per il futuro del bambino.

Le donne sono portate ad essere generose per natura; trovarsi di fronte a chi soffre, la spinge a donarsi, a dedicare cure e attenzioni. Rosalìa fa un passo in più verso l’analisi del problema, quando si convince che è proprio la sindrome del bambino a trasformarla in una donna che ha ricevuto un dono: il bambino è speciale, perciò ha bisogno di un amore altrettanto speciale.

2. Il bambino è maestro di vita

Dice ancora Rosalìa: “Con te imparerò molte cose“. Un bambino che ha bisogno di particolari cure e attenzioni è portatore di una novità che investe il quotidiano in ogni più piccolo gesto, come la vita di ogni giorno che è fatta di gesti semplici ma necessari. Il quotidiano però, per chi sa andare oltre l’apparenza, rimanda anche allo straordinario della vita stessa che si rinnova continuamente, che si ricrea ogni dì. Rosalìa sa riconoscere il miracolo della vita che è anche fragile ed effimera.

Tu sarai il maestro che ci insegnerà a non preoccuparci delle minuzie senza senso“. Un bambino che ha bisogno di cure speciali rende essenziali, attenti alle cose più importanti. Un vero maestro di saggezza e di spiritualità. La creatura fragile è un bene che possiamo perdere da un momento all’altro. Lo abbiamo imparato bene in questo tempo di pandemia in cui sono venute a mancare improvvisamente tante persone che magari conoscevamo, parenti, amici: la vita è effettivamente fragile ed effimera!

Il figlio è un dono, così com’è; piccolo, delicato, fragilissimo e, nello stesso tempo grande e forte, perchè riflesso di Dio. Quel Dio che nella sua grandezza sceglie di farsi piccolissimo, vulnerabile e che unisce in sé un Gesù Bambino e la potenza del Padre.

3. Il bambino è la gioia della famiglia

Penso che sei destinato a noi, per essere il centro della nostra famiglia“. Il bambino con sindrome di Down può unire la famiglia intera. L’atteggiamento amorevole della madre contagia tutti e rivoluziona la famiglia: è lui che ameremo, lui che proteggeremo, lui che ci farà sentire capaci di un compito d’amore molto “speciale”. E’ lui che, nella sua tenerezza, ci regalerà il suo sorriso e il suo amore e ci insegnerà ad amarci l’un l’altro.

Tu sei colui che frenerà il nostro correre precipitato attraverso la vita e le sue realizzazioni“. Il vivere frenetico senza più un senso è stato messo a dura prova con il Covid-19 e siamo rimasti chiusi in casa per lunghi mesi con scuole, fabbriche, uffici e negozi chiusi… a riflettere, forse, anche. Il lavoro a distanza è tornato alla ribalta e, questa volta, ha occupato ampi spazi di vita lavorativa. E’ questo il nostro futuro?

Il nostro stile di vita sta, in effetti, cambiando e siamo ovunque in cerca di un nuovo equilibrio. Saremo capaci, in futuro, di trovare più tempo per riconoscere i reali bisogni dei vari membri della nostra famiglia? Saremo capaci di tornare a generare più figli, facendo attenzione all’essenziale e non alle tante cose provvisorie che il commercio ci spinge ad acquistare?

Saremo capaci di avere anche noi lo sguardo di Rosalìa, colmo di gratitudine di fronte alla vita nascente, di fronte a qualunque vita che ci richieda un amore autentico?