E’ successo a Tradate una forma di vandalismo vigliacca che contesta al buio e non di giorno, evitando in tal modo un libero e democratico confronto su idee e fatti: sul cartellone contro l’aborto è stato apposto uno striscione che contesta l’obiezione di coscienza. Si tratta di uno dei due cartelloni molto grandi del Centro di Aiuto alla Vita di Tradate, posizionati in punti strategici della città, proprio per risultare ben visibili. Quello a cui è stato incollato lo striscione è situato lungo la Varesina, l’ altro si trova prima dell’ingresso in Ospedale. La polizia però è intervenuta subito per rimuovere lo striscione offensivo come ben si vede dalla foto in apertura di articolo. Entrambi i cartelloni rappresentano un appello alle mamme in difficoltà per una gravidanza difficile o indesiderata, facendo loro sapere di non essere sole ma di avere presso il CAV locale e il Movimento per la Vita la possibilità di un aiuto che salvi la vita del loro bambino.

La libertà dei medici che irrita gli abortisti

Sul tema dell’obiezione di coscienza ne abbiamo già parlato su queste pagine, nello specifico del PDL 76 ad opera dei radicali. Una proposta di legge che ha l’intenzione di diffondere mezzi contraccettivi a tappeto finalizzati alla “sterilizzazione” delle donne, al fine di evitare aborti procurati. Va ribadito subito che la diffusione capillare dei mezzi contraccettivi avviene già da anni in tutta Europa e non ha dato i risultati sperati perché l’aborto rimane un problema che non si risolve con questo tipo di politica. È evidente che la questione non sta tutta lì, nei mezzi contraccettivi, ma piuttosto nella solitudine delle donne e nelle loro ristrettezze economiche. La situazione di precarietà, se non di povertà, come sottolineato in quest’altro articolo, rappresenta forse la prima causa di aborto. Quando mancano i mezzi di sussistenza, l’orizzonte non si apre certo all’accoglienza di una nuova vita. Invece di ascoltare le donne in difficoltà e proporre soluzioni di assistenza, di contributi economici, di proposte lavorative, non si trova di meglio a livello politico, che “sterilizzarle”, come si fa con gli animali domestici…

La cultura contro la vita vuole donne sterili

Ma le donne non hanno solo un utero, bensì una mente, un’intelligenza superiore ed un cuore di grande sensibilità. Sono anima e corpo, cioè spirito e materia. Le donne sono artefici della vita e perciò chiamate ad un ruolo nobile e degno di totale rispetto.

E’ evidente che l’obiezione di coscienza è un grosso problema per la visione nichilista della vita. Il fatto che con il passare del tempo i ginecologi obiettori ad esempio siano sempre più numerosi (7/10) dà molto fastidio a chi difende la pratica abortista.

Si sente dire spesso che sono loro a causare i lunghi tempi di attesa in ospedale. Il numero degli obiettori in realtà non c’entra proprio nulla perché il problema delle code è un aspetto problematico proprio della struttura organizzativa ospedaliera.

Federvita Lombardia nel comunicato a condanna dell’atto vandalico di Tradate, sottolinea questo aspetto citando l’ultima relazione del Ministero della Salute sulla L.194/78 secondo cui in Lombardia ogni medico non obiettore pratica 1,1 IVG alla settimana, mentre la media nazionale è di 1,2 IVG. In ben 175 strutture ospedaliere italiane ci sono 230 ginecologi che hanno dato la loro disponibilità a effettuare aborti ma che non vengono utilizzati perché in sovrannumero.

I problemi aperti

IL vero problema quindi non è l’obiezione di coscienza. Problemi aperti sono invece:

– l’aborto clandestino che sta aumentando grazie all’impiego di farmaci abortivi, acquistabili facilmente in rete

i servizi mancanti di aiuto alla vita, alle mamme, alle donne.

Questa grave mancanza è la prova schiacciante che nella politica abortista non c’è un vero, reale interesse per le donne come persone, come esseri umani, ma solo ideologia che le strumentalizza, le usa e poi le abbandona al dolore e alla solitudine.