Il 23 febbraio presso l’Istituto Maria Ausiliatrice ultima conferenza del Mese per la Vita 2018 sul tema dell’importanza dei sentimenti di Gioia per la costruzione di una personalità sana ed equilibrata.

Relatore il Dott. Michele Sforza, psichiatra, psicanalista e psicoterapeuta che con il sorriso, cultura e competenza ha saputo mantenere viva l’attenzione di una sala piena di partecipanti, ipnotizzati dall’interesse per un tema che ci tocca tutti nel profondo.

Nella stessa settimana ma in altra serata, la programmazione del Mese per la Vita aveva riproposto  il tema  presentandolo nel Cineforum con il film di Paolo Virzì “La pazza gioia”, dove il bisogno disperato di felicità porterà le due protagoniste ad avventurarsi in una fuga dalla Casa di cura verso la felicità, un breve viaggio catartico in cui la guarigione della mente giungerà attraverso una medicina insolita, chiamata “amicizia” , che guarirà innanzitutto il cuore.

Il Dott. Sforza ha offerto lo sguardo della psicologia e della saggezza antica e moderna partendo dal presupposto che  la ricerca della felicità è ottima cosa in sé, ma che il problema della ricerca della felicità nasce tutto dalle “modalità” con cui essa viene ricercata.

La felicità è qualcosa che noi “sentiamo”, non è pensiero in sé, non è un dato razionale ma un’ “emozione” di fondamentale importanza e va sfatata una volta per tutte la leggenda che vede i sentimenti come parenti poveri della ragione, dell’intelligenza.

Inoltre, non riguarda solo la sfera personale ma anche quella sociale e politica, basti pensare alla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776 in cui i principali diritti dell’uomo enunciati sono: la Vita, la Libertà e la Ricerca della Felicità!

La ricerca della gioia come “mezzo” o come “fine”? E’ questa la domanda di fondo con la quale il dott. Sforza ci ha invitato a riflettere per riuscire a capire le parole dei vescovi nella lettera della Giornata della Vita 2018: a generare la gioia è la Parola di Dio; la gioia è frutto dell’amore e l’unica via per trovare il senso della vita.

Una gioia duratura, non fugace come un appetito, si ottiene dunque dalla spiritualità, dalla contemplazione della Bellezza nell’arte, dalla ricerca della Verità e della Giustizia nella politica e nel sociale, dalla realizzazione della Bontà nella gratuità, dove l’obiettivo principale non è la gratificazione immediata, a cui non si rinuncia affatto perché essa giungerà comunque, solo spostata nel tempo, come effetto finale di un percorso.

La Gioia giunge quindi come risultato finale dell’impegno verso la realizzazione di un proprio Progetto di Vita, che si traduce in una costruzione continua e approda ad  uno “stile di vita” che ci realizza per mezzo di un dialogo interiore intenso, fatto di consapevolezza e, talvolta, di rinunce.