Un video per sentirsi protagonista?

Può forse capitare, di questi tempi, di vedere una ragazza che affronta il tema dell’aborto ridendo e scherzando sui social? Sì, è successo veramente attraverso un video e non riuscivo a crederci.

Questo video si intitola “Aborto time, parte seconda” e mostra una ragazza che, con una vivace musica di sottofondo, racconta il percorso verso l’interruzione di gravidanza. All’inizio ella mostra la sua pancia mentre un’amica fa vedere il test di gravidanza positivo. La scena si sposta nella clinica per aborti ”Planned Parenthood” di Pasadena, in California, dove Ashley, la ragazza, viene sottoposta a un’ecografia. Non si sa se alla fine abbia interrotto la gravidanza, ma il modo ilare e scanzonato con cui ha raccontato un momento così delicato della sua giovane vita non è certo piaciuto.

Il tema dei social e dell’uso corretto di questi potenti strumenti di comunicazione è attualissimo e ci coinvolge tutti, anche noi adulti. Perché pubblico? Perché i post? Per dire la mia certo ma anche per far sapere a tutti quello che mi succede, in modo da “esserci”, da sentirmi vivo e presente, importante. In tal senso, qualunque pretesto è buono. A volte si leggono pensieri, riflessioni molto intime, considerazioni sulle qualità del partner che lasciano perplessi. È come usare un megafono per urlare parole che andrebbero sussurrate per non essere “guastate”. Anche la solitudine viene mascherata perché apparendo sui social con una foto, un pensiero, un filmato io attiro l’attenzione, per farmi apprezzare o per chiedere aiuto…

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Dove sta la consapevolezza?

Vien quindi da chiedersi cosa ci sia dietro la leggerezza esibita dalla ragazza, dietro al suo sorriso divertito e quale messaggio la musica trascinante voglia trasmettere? A volte può capitare di ridere per sdrammatizzare, per mascherare un imbarazzo, per mancanza di parole, per un vuoto di idee. Una ragazza rimane incinta senza averlo desiderato, magari in seguito ad una serata spensierata e allegra. Ha avuto un rapporto sessuale senza troppo pensarci su, per divertimento. D’altronde è molto giovane e non pensa ancora di fare seriamente. Ai giorni d’oggi, appare normale fare certe cose durante il week-end, a conclusione di una bella serata passata con gli amici. La ragazzina potrebbe rispondermi che è molto bello anche sentirsi “desiderate”, che lo fanno tutti e che a fare le difficili o le sdegnose si finisce per rimanere sole; bisogna pur farsi accettare dai maschi. A volte si beve anche un po’ per avvicinarsi più facilmente tra ragazzo e ragazza perché altrimenti certe cose non si riesce a farle, senza un minimo di imbarazzo. Grazie all’alcol ci si sente più leggeri , la mente diventa un po’ annebbiata, il controllo si allenta e anche chi è timido si trasforma e trova il coraggio di farlo.

Nel filmato la ragazza registra un momento drammatico che interroga la coscienza; si rende veramente conto di quello che le sta capitando? Sa a cosa va incontro? È consapevole di cosa sia un essere umano? Di cosa sia l’aborto?

Chi sono io? Qual’è il senso della vita? Cosa voglio fare della mia vita?

Cara Ashley, hai pensato di “liberarti” di un figlio affidandoti ad una clinica specializzata negli aborti. Liberarti di una piccola creatura che chiedeva la vita, come quella che tu hai ricevuto dai tuoi genitori: esserci, esistere, vivere. Ma di certo tu a questo non hai pensato perché è da quando sei nata che senti ripetere che la donna è libera! Libera di scegliere se far vivere o morire il feto, razza umana, uomo o donna, con una DNA completo per la vita. La libertà della donna è al primo posto, è il valore supremo, ti ripetono da anni. Peccato che la verità sia un’altra.

La propria libertà infatti non è assoluta ma sempre relativa e finisce là dove inizia la libertà dell’altro. Che libertà è mai quella di chi dona la morte? Il tuo bambino ha “diritto” di vivere semplicemente perché esiste, è già vivo e presente dentro di te. Decidere la morte dell’altro è un omicidio e l’aborto è un grave peccato contro l’umanità. Un omicidio di stato, reso legale dalla Legge.

La vita è un diritto di tutti e fa rima con il senso di responsabilità: compito doveroso di  ognuno di noi è cercare di aiutare l’altro a vivere al meglio delle proprie possibilità, in ogni campo della vita sociale. Siamo tutti fratelli e riusciamo a trovare la felicità soltanto aiutandoci gli uni gli altri. La vita è il dono più grande, è una meraviglia e va rispettata sempre, dal primo istante fino all’ultimo respiro.

FetoDiventare donna è accogliere la vita

L’aborto, di qualunque tipo, ha gravi conseguenze nella psiche di una donna. Non farlo più Ashley, non ripetere una terza volta questo errore di scelta. La donna che sceglie di abortire non si realizza ma va “contro” se stessa. Con il passare del tempo le sofferenze, le incertezze e i dubbi lasceranno spazio ad angosce, a tormenti e a notti insonni per sempre. La donna che abortisce si priva di una gioia profonda, un senso di pienezza che emerge dall’aver fatto nascere un bambino. Già il solo fatto di essere artefici di una nuova vita fa sentire “capaci” e importanti. Inoltre, accudire un cucciolo suscita sentimenti di tenerezza, dolcezza e commozione che fanno maturare la femminilità di chi realizza la propria natura di “donna” nel paziente dono di sé, nel diventare “porto sicuro” per il figlio. Se la maternità è per la donna, lo è anche per una ragazza giovane. Certo, non da sola!

Ricordati che “non sei sola”

Non sei sola Ashley a dover affrontare questo momento così delicato! Ci sono tante persone, tra i difensori della vita, che ti possono stare vicino fisicamente e consigliare un percorso diverso dalla morte del tuo bambino. Ti possono aiutare a capire cosa significa portare un bimbo in grembo e a “maturare” senza procurarti delle ferite psichiche, indelebili. Le possibilità di salvare una nuova vita e la tua integrità psichica sono varie, come l’adozione per esempio. Tanti sono i casi di sterilità che faresti felici non poche coppie. Invece di incontrare la morte il tuo bambino troverebbe una famiglia ad accoglierlo con calore, entusiasmo e tenerezza. D’ora in poi Ashley, scegli sempre la vita e non te ne pentirai; se sei di nuovo in difficoltà chiamaci perché non sei sola!