E se il tuo malessere fosse stress post aborto?

Gli studi di vari psicologi, tra cui  la dott. Benedetta Foà, parlano di stress post aborto, cioè di depressione, ansia e altri sintomi, come il desiderio di piangere e un vago senso di colpa, seguiti alla scelta di interrompere la gravidanza.  Ben il 44% delle donne che si sono rivolte a un consulente e hanno manifestato questo tipo di sofferenze aveva fatto ricorso alla IVG.(B. Foà, Dare un nome al dolore).

“La depressione m’impediva di ricominciare a vivere; tutto mi sembrava inutile, insignificante. Le mie energie e i miei pensieri erano bloccati lì.  Ero arrabbiata col mondo.” Queste le parole di una mamma che ha dovuto far ricorso all’ aborto, pensando che il suo problema fosse la gravidanza inaspettata, e che tutto si sarebbe risolto con l’intervento.

Purtroppo, quello che non si dice mai alle donne, è che c’è un “dopo”, momenti terribili di dolore e sofferenza che si vivono in solitudine e che portano spesso a seppellire nel proprio cuore quella scelta  forse dettata da debolezza.

Elementi chiave riscontrati frequentemente nelle donne che si rivolgono agli psicologi sono: “ ho abortito a causa del mio compagno” oppure “ non ho avuto il coraggio di portare avanti la gravidanza da sola”  ma, soprattutto, “ il trauma è stato enorme”.

La vita “dopo” non è più la stessa, con sensi di colpa che divorano interiormente, che impediscono di tornare a vivere. Questo è lo stress post-aborto.

Secondo l’Istituto Elliot,  Illinois Usa, (Importante centro di studio sul post-aborto) lo stress post-aborto è da includere nel Disturbo Post Traumatico da stress dove il trauma è la morte del figlio, e porta allo sviluppo di una serie di sintomi specifici, compatibili con quelli di  un lutto grave.

Anche gli uomini, però, possono sviluppare sintomi  di sofferenza, quando la mamma del loro bambino decide di interrompere la gravidanza con scelta autonoma: scatti di collera o di rabbia, anche verso la compagna, oppure condizioni di impotenza e senso  di colpa per non aver svolto il proprio ruolo di uomo forte, in grado di prendere per mano la propria famiglia e proteggerla.

C’è una soluzione a questo dolore  profondo, sordo, continuo?

Potrai  trovare sollievo , potrai incontrare persone amiche, competenti e disposte ad ascoltarti, chiamando il numero verde dell’associazione “Difendere la vita con Maria” , o scrivendo a “La vigna di Rachele” .

Puoi anche venire a Varese,  presso lo Sportello di ascolto dell’Ospedale del Ponte, dove senz’altro  una mano amica ti accoglierà, e ti aiuterà ad asciugare le tue lacrime. Fidati!