Nel nostro Paese si sta discutendo della possibilità di approvare il ddl su suicidio assistito, ne abbiamo parlato in altri articoli (Suicidio assistito: una falsa pietà che tradisce la speranza ; DDL suicidio assistito: divergenze tra cattolici? Ma la Verità è una ) documentando la gravità di una decisione del genere e l’impossibilità per i cattolici di sostenerlo, nemmeno come male minore, che non si applica alle questioni etiche.
È importante conoscere cosa accade al di fuori dell’Italia, in nazioni che sono già più avanti di noi in questo percorso (o più indietro?). Ecco cosa succede in Inghilterra
Malati gravi si oppongono alla legge sul suicidio assistito inglese.
Una consigliera ammalata di cancro dichiara che avrebbe scelto il suicidio assistito in un “momento di disperazione” se fosse stato legale, aggiungendo che la legge Leadbeater sul suicidio assistito le provoca «una paura profonda, viscerale, personale».
Il Terminally Ill Adults (End of Life) Bill, che ha superato la terza lettura alla Camera dei Comuni il mese scorso con uno stretto margine, dovrebbe ricevere la seconda lettura alla Camera dei Lord a settembre.
Prima testimonianza
Rue Grewal, una consigliera indipendente per Carpenders Park, a cui fu diagnosticato un tumore alle ovaie nel 2017, ha condannato la legge Leadbeater: «Mi sento davvero coinvolta, sono davvero furiosa di aver perso per soli 23 voti. Se questa legge fosse stata approvata all’epoca della mia diagnosi, oggi non sarei qui a parlarvene». La cinquantaquattrenne lasciò il lavoro dopo la diagnosi e andò a vivere con i genitori, che erano anche i suoi tutori. Sebbene oggi sia consigliera distrettuale e collabori con l’associazione One Vision di Watford impegnandosi a sostenere chi lotta contro il cancro e stia “vivendo al meglio la mia vita, compatibilmente con i limiti legati alla mia patologia”, non ha sempre avuto uno stato d’animo così positivo. Ha dichiarato: «Io nemmeno volevo iniziare le cure. La mia salute mentale era estremamente compromessa a causa della diagnosi».
Ha attraversato «un momento – o meglio un periodo – di disperazione che sembrava eterno, ma che in realtà non lo era affatto» e dice che le persone «riescono a convincerti che sarebbe meglio – per te, per tutti – se tu te ne andassi». E, come ha dichiarato a un giornale locale, «avrei percorso quella via […]. Semplicemente non voglio che le persone vengano cancellate e che pensino che sia la soluzione più semplice […]. Questo è ciò che pensavo, ed era un fardello». Ha specificato che questa legge le causa molta paura per la mancanza di protezioni e salvaguardie.
Seconda testimonianza
Un’altra figura pubblica, Lord Kevin Shinkwin, lui stesso disabile, ha condiviso le sue serie preoccupazioni in merito alla legge sul suicidio assistito. Ha detto che questa legge «metterebbe un prezzo sulla mia testa […]. Sono una persona disabile. Nel corso della mia esistenza, il servizio sanitario nazionale ha speso probabilmente milioni di sterline per mantenermi in vita. Questa legge metterebbe un prezzo sulla mia testa – sulla testa di molte persone disabili».
Quando gli è stato chiesto se temesse che non sarebbe stato vivo oggi se la legge sul suicidio assistito fosse stata in vigore, Lord Shinkwin ha risposto: «Penso che lei abbia colto nel segno. Assolutamente sì. Qualche mese fa ero in terapia intensiva e se un medico fosse venuto da me, quando ero estremamente vulnerabile, e mi avesse detto: “Hai preso in considerazione la morte assistita?”, mi sarei sentito davvero sotto pressione per farlo».
Una legge minacciosa per la vita fragile
La portavoce di Right To Life UK, Catherine Robinson, ha dichiarato: «La consigliera Grewal, come molte altre persone con gravi malattie o disabilità, riconosce la grave minaccia che la legge sul suicidio assistito impone loro. È del tutto comprensibile che, nel momento in cui ci si trova ad affrontare una diagnosi grave, si possa provare disperazione e sensazione di essere un peso. Questo è un chiaro motivo per cui la legalizzazione del suicidio assistito dallo Stato è così pericolosa: sfrutta chi si trova in uno stato di vulnerabilità, intenzionalmente o meno. Il disegno di legge è stato approvato con un margine molto ristretto e si spera che venga affossato alla Camera dei Lord».
Articolo tratto da Right To Life UK.
Traduzione a cura di Marco Pirlo.
( per gentile concessione del dott. Fabio Fuiano, presidente di Universitari per la Vita)