Il film Maggie

Maggie, madre single, si trasferisce assieme al figlio Oliver dopo che suo marito chiede il divorzio. Il loro nuovo vicino di casa è il pigro e indisponente Vincent MacKenna, un anziano reduce di guerra, accanito fumatore e dedito all’alcol e al gioco d’azzardo.

La tramaVincent e Oliver

Vincent inizialmente accetta di mala voglia di occuparsi di Oliver in cambio di una retribuzione come baby sitter. Col tempo, però, i due diventano amici. Il ragazzino è gracile e nuovo nella scuola e viene preso in giro da alcuni compagni. Vincent gli insegna a difendersi e questa strana coppia condivide molto tempo insieme. Oliver scopre che l’anziano vicino va a trovare ogni settimana sua moglie, affetta da demenza, nella casa di riposo. Si prende cura di lei e le lava il bucato. Inoltre, Vincent aiuta Daka, un’amica spogliarellista che è in gravidanza e, quindi, non può più lavorare. A un certo punto Vincent ha un ictus e viene ricoverato in ospedale. Oliver, Maggie e Daka lo aiutano nella riabilitazione, dimostrando vicinanza e supporto. Daka, intanto, partorisce una bambina e insieme a Maggie, Vincent e Oliver continueranno a darsi sostegno reciproco.

Il messaggio Daka

I cambiamenti sociali degli ultimi decenni hanno portato alla creazione di molte famiglie monogenitoriali, in cui, quindi, è presente solo una figura genitoriale. La famiglia monogenitoriale può costituirsi per due motivi: a seguito del lutto di uno dei due partner o a seguito di una separazione. Proprio per la solitudine nel ruolo educativo della figura genitoriale è estremamente importante la creazione di una rete sociale che possa supportare la crescita dei figli.

Il rischio principale di queste configurazioni è la parentificazione del figlio: in assenza dell’altra figura genitoriale, egli potrebbe venir investito di un ruolo genitoriale. Questi figli, per esempio, possono assumere il ruolo di confidenti per il genitore oppure possono iniziare a gestire situazione da adulti, invece che continuare a essere bambini.

Un altro tema che emerge dal film è l’importanza di costruire una rete sociale. Quest’ultima non solo permette di non sentirsi soli, ma anche di affrontare le numerose sfide quotidiane con maggior resilienza. Oliver, sua madre, Daka e Vincent formano una rete sociale che permette a tutti di sentirsi parte di un gruppo di persone che si prendono cura in modo vicendevole.

Il tema della vitascuola

L’insegnante di religione di Oliver il primo giorno di scuola del ragazzo gli spiega che è una scuola cattolica che, però, accoglie anche tutti gli alunni che non lo sono. La scuola cattolica gioca un ruolo preponderante nell’indirizzare Oliver a porsi delle domande profonde. Inoltre, in una delle scene finali, il ragazzo compie il segno di croce prima di iniziare il pasto, segno che l’ambiente cattolico lo ha avvicinato alla fede.

A seguito di una lezione sui santi, l’insegnante di religione propone un compito agli alunni: scegliere una persona esistente (o esistita) che possa essere paragonata a un santo dei giorni nostri. Oliver comincia ad intervistare le persone che conoscono Vincent e scopre molti altri aspetti a lui sconosciuti come il suo ruolo nella guerra del Vietnam. Daka accompagna Vincent ad assistere alla presentazione del ragazzino che ha scelto lui come santo odierno.

Come Oliver, dovremmo essere capaci di scorgere Cristo nel prossimo, anche se appare scorbutico, maleducato e poco avvicinabile. Riconoscere la santità di persone della porta accanto è molto più impegnativo di quanto si pensi.

Link al trailer: https://youtu.be/nPl-ZVYz-UU?si=UF-5hfesNFZ5TQhW

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Virginia Banfi