Cos’è RSA Aperta 
Il servizio di RSA Aperta è affrontato nella delibera di Regione Lombardia numero 7769 del 2018. In questo documento viene specificato che questa misura comprende una serie di interventi a favore di persone affette da demenza e di anziani non autosufficienti (con uno scarso grado di autonomia) con almeno 75 anni di età. Sono inclusi anche i caregiver informali, cioè i familiari e quelli professionali, come badanti. Si tratta di un servizio gratuito domiciliare che si pone come obiettivo primario il ritardare il più possibile l’istituzionalizzazione dell’anziano con demenza. Oltre a ciò, la misura mira al benessere psico-fisico della persona e dei familiari. A seconda delle necessità possono essere coinvolti diversi professionisti: psicologi, terapisti occupazionali, OSS, operatori di scienze motorie, infermieri e medici per le valutazioni neuropsicologiche.
Lo sguardo alla persona
Per poter lavorare nel servizio non è necessario solo possedere conoscenze e competenze, è necessario guardare all’umano, alla persona oltre la malattia. Come psicologa, questo costituisce un punto di partenza in tutti i contesti in cui lavoro, ma in modo particolare in questo caso. Spesso le persone con demenza perdono la consapevolezza della propria identità ed è fondamentale che le persone che le stanno attorno possano restituirle la sua unicità e il suo valore inestimabile. Alla domanda: “Di cosa ha bisogno una persona con demenza?” la letteratura risponde in questo modo: conforto, attaccamento, inclusione, essere occupati, identità. Il bisogno onnicomprensivo alla base di tutti quelli citati, però è l’amore. L’amore non è inteso come concetto romantico, è la certezza che un legame vada oltre al ricordo che sbiadisce, è una mano che accarezza e che sostiene, è un sorriso che rassicura, è una spalla sulla quale poter piangere.
Un inno alla vita 
Qualcuno può pensare che lavorare con persone con demenza non solo sia faticoso, ma anche inutile: “Tanto ormai non capiscono più niente”. Penso che, invece, lavorare in questo ambito sia custodire le vite di queste persone. Per farlo si può riferire la storia, poiché le persone con demenza sanno chi sono dai rimandi degli altri. Dare significato alle esperienze della persona, quindi, restituisce il senso del Sé, restituisce la propria identità. Nel custodire si scopre che le persone con demenza abbracciano la vita molto più di quanto si pensa: lo fanno semplicemente continuando ad amare ed essere amate.
Lungi dall’essere una trattazione scientifica sull’argomento, ho voluto portare la mia esperienza professionale e umana per poter sensibilizzare al tema e poter informare chi avesse il desiderio di poter usufruire della misura RSA Aperta per il proprio parente.
Kitwood, T. (2015). Riconsiderare la demenza. Trento: Erickson
Virginia Banfi