La maturazione del cervello a due velocità

È interessante studiare la crescita e l’evoluzione del cervello umano per capire non solo lo sviluppo dell’intelligenza ma anche il periodo più complesso e difficile della vita: l’adolescenza.

Lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale, lungo le tappe evolutive della vita, è in parte pre programmato da madre natura. La corteccia cerebrale si sviluppa secondo un preciso schema che ne vede l’ispessimento nei primi anni di vita e l’assottigliamento durante l’adolescenza.

Uno studio di Philip Shaw (2006) attraverso l’uso della TAC – Risonanza Magnetica Funzionale, dimostra che la fase più critica dello sviluppo del SNC è quella che va dagli 11 ai 16 anni di età.

Più precisamente, l’area limbica o cervello emotivo-impulsivo, quella che che genera emozioni profonde e sentimenti di gratificazione e di desiderio, si sviluppa prima della corteccia frontale, responsabile di comportamenti complessi come la capacità di decisione, di pianificazione, di scelta riguardo al futuro.

Dal punto di vista clinico, i fattori di rischio (stress, sostanze psicotiche, traumi) incontrati in questa fascia d’età hanno un potere lesivo maggiore agli stessi fattori di rischio incontrati in una fase precedente o successiva. La fragilità psicologica in questa fascia adolescenziale è notevole.

Dal punto di vista pedagogico, va sottolineato che è proprio in questo periodo della vita che si realizza la formazione base della personalità dell’Io. Infatti, vi si strutturano convinzioni, valori ed ideali, attitudini ed interessi. La personalità si delinea sulla base del contatto e del confronto con l’ambiente alfine di strutturare la mente – pensiero.

Se nell’insieme prevale il sistema mesolimbico delle emozioni e dell’impulsività rispetto al sistema della corteccia prefrontale, che invece sovrintendente alla capacità critica e al controllo dell’impulsività, può subentrare la dipendenza: video giochi, droghe, sessualità.

La ragione matura per ultima

Questo può realizzarsi perché i centri corticali maturano per ultimi: controllano e codificano le funzioni cognitive, le percezioni, la capacità decisionale e le motivazioni. Questo processo di sviluppo della “ragione” si conclude tra i 23 – 25 anni circa per le ragazze e tra i 27 – 29 anni circa per i ragazzi. Come dire che solo a partire dai 25 anni per le donne e dai 29 anni per gli uomini è possibile avere una maggiore “consapevolezza” di sé, degli altri e dei propri processi psichici, riflessioni, sensazioni, sogni, emozioni, desideri, progetti…

Pertanto, gli adolescenti sono molto fragili dal punto di vista emotivo e, più in generale, della personalità che è ancora in formazione. Dal punto di vista evolutivo ciò ha un significato importante, in quanto la natura, in questo caso il sistema dopaminergico, li spinge ad aprirsi al mondo per poterlo conoscere attraverso l’esperienza, dovendo pian piano riuscire ad inserirsi al suo interno e a diventare protagonisti. Tuttavia, quando l’equilibrio si perde e l’impulsività prevale sulla ragione, sulla riflessione e sulla consapevolezza, un giovane rischia di andare incontro ad esperienze spiacevoli e molto dolorose, con il rischio di pregiudicare il proprio futuro, la propria integrità nonché la salute psicofisica.

L’affettività (emozioni e sentimenti) è il campo vitale più esaltante, fatto di incontri, amicizie e passioni. A 13, 14 anni si sente il forte impulso ad uscire dal guscio dell’infanzia per aprirsi alla vita in maniera più consapevole. Dal punto di vista sociale, la scuola media e l’inizio delle superiori rappresentano una fase di passaggio della personalità che,  dalla dipendenza e sicurezza del perido di latenza, porta lentamente all’autonomia e all’assunzione di rischio.

Nel web inoltre si trovano una quantità di stimoli e di informazioni relative al sesso, ai divertimenti e perfino alle droghe, davvero impressionante.

Dal punto di vista sentimentale, non avendo ancora sufficiente capacità critica e di giudizio, il giovane e la giovane si possono lanciare in rapporti intimi pericolosi. Si affidano ai contraccettivi e/o alla pillola del giorno dopo o dei 5 giorni dopo e rischiano comunque di andare incontro a gravidanze indesiderate, in assoluta impreparazione.

Una gravidanza a 14, 15 o 16 anni può infatti rappresentare un vero e proprio trauma per la personalità in crescita non solo per lei ma anche per lui, in quanto li fa precipitare improvvisamente sul fronte della responsabilità e dell’adultità, quando non sono minimamente preparati per questo.

Rapporti sessuali prematuri

Il rapporto sessuale tra giovanissimi è spesso affrontato con disinvoltura, come un passo “dovuto”, anche se ci si conosce poco, se la relazione è cresciuta magari “a distanza” e quindi è rimasta ad un livello superficiale.

Probabilmente le ragazzine quattordicenni pensano che andare a letto col proprio ragazzo sia un fatto del tutto “normale”, anche se sono minorenni. Sono forse spinte dalla curiosità, dal desiderio di sentirsi in linea con la mentalità riflessa dalla società e desiderano emulare i modelli che cinema e tv trasmettono.

Esse vivono spesso in totale solitudine le trasformazioni del proprio corpo legate alla pubertà. Nel loro intimo provono un certo disagio nel ritrovarsi diverse, cambiate e si sentono confuse. Può allora subentrare il desiderio di ricevere una conferma in merito alla propria bellezza e la propria capacità seduttiva.

Anche un forte bisogno affettivo può spingere all’incontro sessuale, più di ogni altra cosa: il desiderio di trovare finalmente quell’ affetto profondo, che non si è ancora mai incontrato, nemmeno in famiglia.

Anche i maschi si spingono verso i rapporti sessuali spesso a cuor leggero, un po’ perché lo fanno gli altri, come una prova di forza, e forse un po’ anche per verificare la propria capacità di “farcela”. La componente legata al desiderio di piacere, il piacere in se stesso, è particolarmente forte perché soggetta all’istintività. I siti porno, ormai alla portata di chiunque, incentivano la curiosità, confermano il proprio desiderio sessuale e lo legittimano. Ma amare e desiderare, anche se vanno a braccetto, possono confondere le idee perché è difficile per il ragazzo capire che amare non è solo desiderare fisicamente.

Eppure, non c’è niente di più lontano dalla verità dell’amore vero di questi rapporti sessuali precoci e rischiosi! Il rapporto sessuale, a questa età, non è un passo dovuto in quanto prematuro e non necessario alla relazione amorosa, né a se stessi né all’altro.

L’amore ha bisogno di un “tempo lungo” per crescere bene

Per aiutare i giovanissimi a superare questa fase delicatissima dell’adolescenza, dobbiamo tornare tutti a credere di più alla vita, alla possibilità di potersi creare un futuro felice.

Gli studi di Epigenetica confermano infatti che l’influenza dell’ambiente sullo sviluppo della personalità di un bambino, e poi di un giovane, è determinante, nel bene e nel male. Pertanto, il contesto socio culturale e soprattutto la famiglia, con il proprio stile educativo, devono trasmettere uno stile di vita positivo, amorevole, ecologico, sobrio, saggio, aperto al mondo e alle relazioni, ricco di relazioni, interessi culturali e sociali.

La madre e il padre hanno un ruolo centrale nella crescita, sia per la formazione del senso di identità, che per l’apertura alle relazioni. Anche il mestiere e il tipo di interessi dei genitori hanno la loro parte di importanza nelle scelte future della prole. Il loro atteggiamento affettivo e la serietà verso valori vissuti, incarnati e riproposti, offriranno uno stile che rimarrà impresso nei figli, un imprinting su cui organizzeranno la loro personalità per poter trovare benessere e felicità.

Educare: parola d’ordine nell’affettività

Inoltre, dal punto di vista educativo, bisogna andare oltre le lezioni di biologia sul corpo umano e la dinamica sessuale; occorre spiegare ai giovanissimi che per realizzare un amore profondo e duraturo occorre “tempo“. La sessualità deve arrivare per ultima e non per prima, in quanto non è affatto “dovuta”. Molto spesso una ragazza pensa che se non si concederà, il ragazzo potrà più facilmente abbandonarla. Non è questa la logica da cui partire, anzi, è controproducente pensare di avviare una relazione partendo dalla sessualità alfine di costruire un bel rapporto interpersonale.

A 14, 15 o 16 anni, i rapporti sessuali sono molto rischiosi sia per il rischio di gravidanza, sia psicologicamente per la formazione della propria identità. L’amore chiede principalmente “tempo”, un tempo dilatato negli anni della crescita della personalità.

Occorre quindi che il giovane sposti l’attenzione e concentri i propri interessi e impegni nella costruzione dell’amicizia, cioè della relazione in se stessa, volontariamente senza sesso precoce e con l’obiettivo di costruire nel tempo un grande amore. Conoscere l’altro, il suo carattere, i suoi valori e principi, la famiglia di origine, i suoi interessi, le sue attitudini e capacità; riflettere su come tutto ciò interpella il proprio animo e, infine, cercare di capire se l’altro offre realisticamente una speranza di bene per il futuro.

Conosci te stesso e conoscerai l’altro

Nel frattempo, coltivare una vita piena di studio, di sport e di attività legate ai propri interessi alfine di “conoscere se stessi”, capire la propria interiorità e il proprio posto nel mondo. Di lui/lei, cosa mi piace e cosa non mi piace? Cosa temo, cosa mi spaventa? Cosa desidero per me/lui o lei? Parlarne apertamente con i figli e portare il proprio punto di vista, senza giudizio né critica ma cercare soprattutto di capire il figlio, mettendosi nei suoi panni. Abbiamo forse già dimenticato la nostra propria fatica di crescere?

Come dicevamo all’inizio, la coscienza sarà ben formata non prima dei 25 anni circa per le ragazze e dei 29 anni circa per i ragazzi: è questo in genere il tempo della conclusione degli studi e di ingresso nel mondo del lavoro. E’ il tempo della maturazione verso una giovinezza piena, consapevole, concreta e responsabile, in cui ci si si apre all’altro con lucidità, impegno e passione per il futuro. La sessualità, a quel punto, diventa finalmente luogo d’incontro e di scambio affettivo che cerca l’unione profonda e si apre con piena consapevolezza alla possibilità di fiorire nella fecondità.