Intervista a Marcello Borghi, Referente del circolo territoriale di Como dell’associazione ProVita & Famiglia onlus

Associazione ProVita&Famiglia onlus, puoi parlarcene?

Volentieri, si tratta di un’associazione aconfessionale ed apartitica che si propone di diffondere una cultura a tutela della vita, della famiglia naturale e della libertà educativa dei genitori. È attiva da una decina di anni ed opera sia a livello nazionale che locale, grazie ai suoi attuali 110 circoli territoriali. Persegue i suoi obiettivi attraverso campagne di sensibilizzazione, eventi formativi, assistenza a persone bisognose, iniziative legali ed interventi presso le istituzioni.
La modalità di comunicazione di PV&F è spesso molto diretta ed alcune associazioni che operano per il medesimo scopo non sempre apprezzano tale approccio, privilegiando quest’ultime invece, lo sforzo di trovare sempre e comunque un compromesso, anche a costo di svuotare parzialmente di significato il messaggio pro-life che si vuole offrire all’opinione pubblica.
Riguardo a ciò, personalmente credo che un messaggio “diretto” che sia proposto con rispetto e verità non equivalga ad essere per forza“offensivo”; è semmai un’occasione, in sfregio al pensiero mainstream, se non per dare delle risposte, certo per suscitare nelle persone, specie quelle più giovani, delle domande.
Negli ultimi anni, PV&F a livello nazionale si è occupata di diversi eventi. Fra quelli più salienti, non si può non ricordarel’organizzazione, insieme ad altre sigle, dei Family Day del 2015 e del 2016 e del XIII Congresso Mondiale delle Famiglie nel 2019. Per ulteriori approfondimenti, rimando comunque al sito dell’associazione.

Da quando avete dato vita ad un circolo territoriale PV&F a Como? Quali motivazioni ed iniziative svolte?

Il nostro circolo è relativamente “giovane”: è solo da un paio d’anni, infatti, che, insieme ad amici, dinnanzi alle sfide epocali di natura antropologica ed etica che oggi necessariamente ci si impongono, abbiamo deciso di metterci in gioco nel nostro territorio comasco, proponendo (spesso grazie anche al supporto economico ma non solo di PV&F nazionale) alcune iniziative inerenti alle tematiche delle quali raccontavo poco fa.
La motivazione principale che anima ciascuno di noi deriva dalla volontà di:
– preservare i nostri figli da una cultura per la quale il nascituro non è un soggetto di diritti e un dono da accogliere, bensì un problema da eliminare piuttosto che, in altri casi, un oggetto dei desideri da ottenere ad ogni costo
difendere i nostri figli da una cultura per la quale la famiglia naturale, cellula fondamentale della società, non viene tutelata e promossa, ma, anzi, giuridicamente equiparata ad altre forme di aggregazione;
proteggere i nostri figli da una cultura per la quale la vita di una persona disabile, malata od anziana vale meno di chi gode di buona salute e ha la capacità di produrre ricchezza economica
salvaguardare i nostri figli da una cultura dove i piccoli, specie sulle tematiche più sensibili, sono sottoposti ad una formazione a senso unico da parte della scuola statale (papa Francesco parla di “colonizzazione ideologica”), violando il ruolo educativo primario dei genitori.
In questo biennio, sono state numerose le iniziative che, da soli o in sinergia con altre associazioni, abbiamo portato avanti nella nostra provincia. Tra queste, abbiamo organizzato:
– la proiezione in due diversi cinema del bellissimo film Unplanned sul dramma dell’aborto riuscendo a farlo vedere a più di 700 persone
– campagne comunicative con camion vela e pubbliche affissioni sul tema della libertà educativa in contrasto all’approvazione del Ddl Zan e a favore della vita nascente
4 incontri di testimonianze o di presentazione libri relativamente all’interruzione volontaria di gravidanza
– il presidio con un gazebo in 4 differenti località per promuovere sul territorio la nostra associazione e far firmare una petizione affinché l’utero in affitto possa finalmente in Italia diventare reato universale.

Hai accennato a diversi temi, ma sull’aborto come la vedi? Quali possibilità per un reale cambio di mentalità?

Se guardo alla nostra Italia, non posso non esprimere una certa preoccupazione (vedi anche la recentissima approvazione all’unanimità di un discutibilissimo ordine del giorno alla Camera dei deputati dello scorso 24 gennaio).

La legge 194, dopo quasi 45 anni dalla sua approvazione, ha creato un’impressionante mentalità mortifera; nonostante la scienza abbia fatto passi da gigante mostrando rispetto a decenni fa e sempre più chiaramente (ed in tutta la sua bellezza!) come si sviluppa l’inizio della vita umana, si continua oggi a ritenere una conquista di progresso quella per la quale una donna, con tanto di aiuto di Stato, ha il potere di vita e di morte sul figlio che porta in grembo.

Ma oltre a una cultura dello scarto, la legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, prevedendo che il padre del nascituro possa essere completamente escluso da ogni decisione riguardo all’eventuale soppressione del proprio figlio, ha anche prodotto una generazione di uomini pavidi, i quali, rifugiandosi dietro al fatto che “alla fine, è alla donna che spetta decidere“, hanno molto spesso trovato vigliaccamente comodo lasciarle sole nell’affrontare questa situazione, non offrendo cioè loro quel giusto sostegno che dovrebbero invece responsabilmente dare.

Inoltre, in quest’epoca in cui c’è una continua rivendicazione di diritti, possibile che nessuno pensi a quello che precede tutti gli altri, ovvero il diritto di poter nascere? Si è tutti convintamente (e giustamente) contrari alla pena di morte del colpevole che si è macchiato dei delitti più orrendi, ma si tollera e non si scoraggia l’uccisione dell’essere umano più piccolo ed innocente?

Però, se il mio sguardo va un po’ più in là dell’Italia, oltre oceano, vedo la numerosa e determinata generazione di giovani pro-life americani che, grazie anche al recente epocale ribaltamento dell’interpretazione della sentenza Roe Vs Wade, ci dà la speranza che il nostro Occidente possa in un prossimo futuro tornare ad essere il faro di civiltà che è stato in passato. Ma temo che il percorso sarà molto lungo e metto anche in conto che la mia generazione possa non fare in tempo a vedere il compimento di questo processo.

Ritieni che la collaborazione con altre realtà pro-life possa essere produttiva o che sia meglio che ogni associazione mantenga la propria identità?

Personalmente ritengo che non solo ci possano, ma anzi ci debbano essere delle occasioni di collaborazione con altre sigle pro-vita. Noi nei mesi passati, sul nostro territorio, abbiamo avuto la possibilità di organizzare eventi sia insieme al Centro di Aiuto alla Vita di Cantù-Mariano Comense, sia con quello di Como che di Appiano Gentile. Iniziative comuni sono nate e andate a buon fine anche collaborando con il Centro Culturale Paolo VI di Como e – come dimenticarlo! – con il vostro Movimento per la Vita di Varese.
A livello nazionale, l’evento più importante al quale ogni realtà pro-life italiana non dovrebbe mancare resta in ogni caso la Manifestazione per la Vita che ogni anno vede sfilare per le strade della nostra Capitale migliaia e migliaia di persone accomunate da un solo slogan: “Noi scegliamo la Vita”. Quest’appuntamento nel 2023 sarà il prossimo sabato 20 maggio. Per saperne di più: https://manifestazioneperlavita.it/. Questa invece una rapida e ritmata sintesi di quella dello scorso anno: https://www.youtube.com/watch?v=zKGq8Hm7Oik
Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera