Nella nostra società è ormai consuetudine per le coppie la scelta della convivenza a scapito del matrimonio sia civile, sia religioso. Andiamo ad analizzare le motivazioni che spingono, invece, le coppie a sposarsi in Chiesa.

  • Per essere testimoni di Veritàchiesa

Una coppia di fidanzati che sceglie di sposarsi col rito religioso è testimone di Verità. Infatti, chi li osserva, tramite la loro testimonianza, ne sarà incuriosito. Le persone che compiono altre scelte possono domandarsi, quindi, come mai quella coppia ne ha fatta una diversa. Questa domanda, se lasciata lavorare, comincia a far riflettere sul proprio stile di vita. Il testimone di Verità lo è perché con la sua scelta incarna una dei due possibili modi che Dio ha pensato per l’uomo e la donna di arrivare al Paradiso: il matrimonio cristiano o la consacrazione a Lui.

 

– Perché l’umano non bastasposi

Sposarsi in Chiesa significa non farsi bastare l’umano sentimento di amore, non farsi bastare il marito o la moglie. Questo accade non perché non ci sia un sentimento buono e l’affidamento al partner, ma perché i cristiani sanno che l’uomo è finito, è limitato, è fallibile. Il sacramento del matrimonio, invece, permette alla coppia di unirsi nel vincolo con Cristo. Gesù è sempre il terzo vertice di un triangolo che comprende gli sposi. Umanamente due persone non riescono a vivere il “per sempre”, c’è bisogno dell’azione della Grazia.

 

 

 

 

 

 

 

  • Per rispondere alla propria vocazioneanelli

Per gli sposi il matrimonio non è una tra le tante opzioni possibili, ma l’unica. Ciò perché è necessario per rispondere alla propria chiamata vocazionale. La vocazione al matrimonio e al costituire una famiglia per la coppia è il modo per amare Cristo attraverso l’amore e la cura verso il marito/moglie. La coppia, fondamentalmente, non potrebbe che amarsi nel matrimonio.

 

 

  • Per non farsi trascinare dal mondoanziani

Molte coppie sono indecise sul da farsi: andare a convivere, sposarsi col rito civile o con quello religioso? In che ordine? Spesso la risposta non è quella del matrimonio religioso con convivenza postuma allo stesso. Sposarsi in Chiesa oggi, quindi, è anche non farsi trascinare e ammaliare dallo stile di vita della maggioranza delle coppie. La convivenza viene vissuta come un periodo di prova o come scelta permanente e più conveniente. Il matrimonio, invece, è una chiamata al sacrificio. Un po’ meno allettante, ma molto più vero perché il primo che si è sacrificato è proprio Cristo.

In conclusione, le scelte comode sono invitanti, ma il matrimonio è la possibilità di vivere pienezza, intimità, generatività. E’ promessa e realizzazione di un amore che è per sempre e, grazie al quale, l’uomo e la donna si dirigono verso l’abbraccio eterno del Padre.

Virginia Banfi

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