Venerdì 20 ottobre Don Fortunato di Noto ha incontrato presso le scuole di Varese “Istituto De Filippi” e “Istituto Maria Ausiliatrice“, al mattino circa 150 ragazzi delle superiori e in serata gli adulti, docenti e genitori. Il sacerdote era accomagnato dall’Avvocato Cassazionista Maria Suma.

Il tema della conferenza “Social e pedopornografia – conseguenze e rimedi” ha abbracciato il mondo della Rete, dei Social. Esso si presenta con un doppio volto, un lato positivo e l’altro negativo, molto pericoloso.

L’aspetto positivo infatti offre nuove e preziose possibilità di contatto interpersonale, di conoscenze e di sapere, un enorme quantità di contenuti, utili anche per l’apprendimento. La comunicazione inoltre naviga velocissima portando le informazioni in tempo reale in tutto il globo.

Da un altro lato, negativo ed estremamente pericoloso per i rischi e le minacce che comporta, i giovani e giovanissimi incorrono nella reale e terribile possibilità di subire: molestie sessuali, pedofolilia e pedopornografia, adescamento di minorenni, sexting, sextortion, revenge porno, cyberbullismo, sostituzione di persona, trattamento illecito dei dati…

Siamo sempre collegati ma terribilmente soli

Don Fortunato, 60 anni spesi per proteggere i minori, è stato capace di usare con i numerosi studenti presenti, un linguaggio semplice, chiaro ed efficace, ricco di parole e di immagini forti.

Egli ha raccontato anche di sé, di quando da giovane andava nell’orfanotrofio a trovare i bambini rimasti senza famiglia. Questo primo volontariato aveva suscitato in lui molte domande: come mai egli era così fortunato ad avere una famiglia, dei genitori e loro invece no?

La sensibilità di Don Fortunato ha fatto sì che queste domande e la sofferenza interiore che esse generavano gli rimanessero dentro per tutta la vita. Nel 1989, a Roma, per la prima volta si collegherà ad un computer e, per la prima volta, vedrà delle immagini pedopornografiche scioccanti di bambini dai 3 ai 6 anni, stuprati da adulti e perfino da animali!

Chiediti: Ma io che vivo a fare? Quale scopo ha la mia vita?

Come ci si può sentire di fronte ad un simile Golia? Certo, come Davide con una piccola fionda. La risposta di don Fortunato è stata presa ad Avola, nel 1989, quando fonda con un gruppo di amici una nuova realtà associativa Meter Onlus.

La mission dell’associazione è la lotta contro la pedofilia e gli abusi all’infanzia, la salvaguardia dei bambini e della loro innocenza: “Se oggi potete usufruire di leggi a vostro favore, è perché, prima di voi, qualcuno ha vissuto la sofferenza e ha pensato: come posso migliorare il mondo?”

1. Non è la tecnologia a farci diventare cattivi ma siamo noi i responsabili, dipende da come la utilizziamo. Il problema di oggi è la solitudine, eppure siamo sempre in rete, collegati, ma questa società ci sta facendo perdere la relazione, la vera relazione con l’altro: siamo terribilmente soli, una solitudine che si taglia con il coltello.

Il cellulare, il mio telefono di ieri, è uno strumento di comunicazione di cui non possiamo più fare a meno, come se fosse diventato parte del nostro stesso corpo. Quando il problema è di altri, diciamo un banalissimo “accade” ma quando capita a te, la tua carne, la tua vita, tutto cambia e ne resti sconvolto, precipiti…

Non siamo attrezzati a riconoscere il male

2. Il male può uccidere e noi non siamo attrezzati a riconoscere il male. Presuppongo che alla vostra età siate stati attrezzati per affrontare la vita, altrimenti vi troverete male, cioè nel male. I social non sono giocattoli, se non riusciamo a gestirli ci possono far naufragare e andiamo a sbattere!

Chiedere aiuto è essere un vero super eroe, chiedi aiuto per esempio a tua madre per uscire da una situazione difficile che ti fa soffrire. Abbiamo sportelli sul territorio nazionale, Centri di ascolto, utilizzali!

L’abuso ti rovina, ti uccide dentro, ti “toglie” sogni, desideri, Vita

3. Attenzione, l’abuso non è solo quello sessuale; può essere anche solo psicologico: offese, mancanza di rispetto, vessazioni, pensieri del tipo vedi una ragazza e la pensi come un corpo, carne, oggetto: è uno schifo! E’ un fatto grave, renditene conto!

Nel mondo, i minori sono il 30% della popolazione. Di questi, un miliardo e 300 milioni hanno subito vessazioni, anche sessuali. Sono 19 milioni i minori abusati da predatori sessuali: un olocausto.

In Italia, una grande percentuale di abusi sessuali è avvenuta nella scuola. I reati sui minori sono in aumento, più del 10% rispetto al 2021 e le violenze sessuali sono aumentate del 27%. Il rapporto annuale della nostra associazione Meter dice che ormai il materiale pedopornografico in rete non è più quantificabile!

4. La vostra generazione non è stata educata ai social, che si rivelano essere una nuova forma di schiavitù. Dietro la fornitura di file hosting ci può essere la criminalità organizzata che sfrutta l’innocenza dei bambini.

Molti non sanno che vi sono anche tante madri che abusano dei propri neonati e lo mettono in rete. Nemmeno si vuole parlare degli abusi sui ragazzi. Dietro i giochi on line, dietro i social network, nel Web sommerso c’è la pedocriminalità organizzata. Ci sono addirittura partiti politici a favore della pedofilia e della pornografia che chiedono legittimazione “culturale”, come già avvenuto nel 2006 in Olanda.

5. La legislazione italiana in materia è avanti: il nostro Parlamento ha introdotto per primo una legge specifica: Legge 269/ 1998, modificata Legge 38/2006 e n. 172/2012 (nuove forme di schiavitù) ha dichiarato l’Avv. Maria Suma, vicepresidente e cofondatrice dell’associazione Meter Onlus.

Un ragazzo di 16 anni che fa atti sessuali con un bambino di 10 anni è perseguibile e subirà un processo presso il Tribunale dei Minorenni. I ragazzi devono assumersi le proprie responsabilità.

Attenzione ragazzi, la rete non dimentica! In rete non esiste l’assoluto anonimato perché vi è la tracciabilità per raggiungere l’autore; di fatto, siamo spiati e controllati in rete. L’anonimato è solo apparente. Giù la maschera, cerchiamo di essere noi stessi, non quelli della foto migliore che “postiamo”. Purtroppo la rete alimenta la deresponsabilizzazione.

Internet è un mezzo, uno strumento, ma attenzione a non farlo diventare il messaggio stesso (Mc. Luhan). Non violiamo i diritti al nome, all’immagine, all’onore, alla reputazione. La cybercriminalità è purtroppo un trend in crescita. Oggi regna sovrana la banalizzazione del proprio corpo e del sesso che incidono anche nella psiche; anche gli adulti ci cascano. Vi sono inoltre applicazioni di pornografia virtuale che “spogliano” il corpo da una immagine creando un’immagine nuova. Minorenni sono stati condannati per questo: è un reato.

Ai genitori: dovete fare di più!

Nel corso della serata dedicata ai genitori, Don Fortunato ha cercato di aprire gli occhi ai presenti fornendo dati precisi e descrivendo la gravità dei pericoli a cui i giovani, i nostri figli, vengono esposti.

Come i bambini che a 8, 9 anni hanno già un profilo social pur essendo proibito, del tutto illegale; eppure è un profilo redatto dai genitori stessi. Perciò Don Fortunato dichiara: “Avete lo sconosciuto a casa vostra!” (nel cellulare).

Un grazie rinnovato a Don Fortunato di Noto e all’Avv. Maria Suma da parte di tutto il “Gruppo Insieme per la Vita” di Varese, che ha organizzato l’evento.

Susanna Primavera