Giovanni Battista Montini, Papa Paolo VI è stato un papa poco conosciuto, così colto e riservato da venir percepito forse un po’ troppo “snob” in piena rivoluzione sessuale, con una mente aperta da innovatore ma fermo sui principi di fondo della fede cristiana a tal punto da venire criticato da ogni parte, dai progressisti come dai conservatori, all’interno della stessa Chiesa, che egli voleva portare a tutti i costi verso la modernità; per riuscirci ha dovuto superare molti ostacoli, subendo aspre critiche che lo amareggiarono e fecero soffrire.

Ma c’è un ambito, quello dell’Arte, in cui il suo slancio all’incontro e la sua apertura alla collaborazione sono state veramente apprezzate da tutti; con un’immagine poetica, si potrebbe dire che egli ha voluto seminare nuovi apprezzamenti e nuove speranze per il futuro del mondo, percorrendo il campo dove gli artisti “coltivano”  la Bellezza, in fogge tra le più varie e multicolori.

In cima al Sacromonte di Varese, nella piazza antistante l’entrata del Santuario, troneggia la grandiosa statua bronzea di Paolo VI dello scultore varesino Floriano Bodini (Gemonio 1933- Milano 2005) ricordato recentemente a Varese, in una mostra inaugurata il 6 ottobre scorso al Castello di Masnago.

All’interno del Duomo di Milano, un’altra opera dello stesso artista  lo ritrae invece in preghiera ed è attraverso le parole dell’allora Cardinal Carlo Maria Martini che ci si può avvicinare a questo grande Papa, scoprendone l’umanità calda e discreta, un’anima delicata e nel contempo forte, fedele al suo Gesù:

“Paolo VI vi è ritratto mentre prega intensamente e nella sua preghiera intesse il dialogo più fecondo, aperto e confidente che possa passare tra gli uomini e il loro Creatore e, tramite questa dimensione verticale, quello più pacifico, fraterno e costruttivo degli uomini tra loro.
Montini, negli anni delle divisioni ideologiche e delle contestazioni che hanno coinvolto ogni regione del nostro pianeta, fu il Pontefice del dialogo con tutti e a favore di tutti; il suo fu un parlare da anima ad anima, caratterizzato da quella vibrazione nella voce e penetrazione nello sguardo che sapeva trasmettere la sofferenza e insieme la speranza, la forza e insieme la dolcezza, l’ansia e insieme la pazienza, il rigore e insieme la carità. Di più: una profonda conoscenza dell’uomo, dei problemi e dei bisogni dell’umanità, dei traguardi della scienza e del pensiero offriva a Papa Montini la possibilità di entrare in sintonia con tutti, pur conservando la lineare fermezza del suo magistero, e di aiutare ciascuno a ritrovare la misura del proprio io e la direzione del proprio cammino…”( da “Il vero ritratto di un’anima” di Carlo Maria Martini).

Paolo VI amava l’arte, nutriva grande considerazione e rispetto per gli artisti a cui attribuiva la capacità straordinaria di rendere comprensibili le cose invisibili, e con queste parole si rivolse loro nel famoso “Messaggio del Santo Padre Paolo VI agli artisti” del 1965

1. Ora a voi tutti, artisti che siete innamorati della bellezza e che per essa lavorate: poeti e uomini di lettere, pittori, scultori, architetti, musicisti, gente di teatro e cineasti… A voi tutti la Chiesa del Concilio dice con la nostra voce: se voi siete gli amici della vera arte, voi siete nostri amici!

2. Da lungo tempo la Chiesa ha fatto alleanza con voi. Voi avete edificato e decorato i suoi templi, celebrato i suoi dogmi, arricchito la sua liturgia. L’avete aiutata a tradurre il suo messaggio divino nel linguaggio delle forme e delle figure, a rendere comprensibile il mondo invisibile.

3. Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo!

4. Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani…

5. Che queste mani siano pure e disinteressate! Ricordatevi che siete i custodi della bellezza nel mondo: questo basti ad affrancarvi dai gusti effimeri e senza veri valori, a liberarvi dalla ricerca di espressioni stravaganti o malsane.

6. Siate sempre e dovunque degni del vostro ideale, e sarete degni della Chiesa, la quale, con la nostra voce, in questo giorno vi rivolge il suo messaggio d’amicizia, di saluto, di grazie e di benedizione.

Nella Cappella Sistina, nel 1964 Montini espresse un pensiero audace sostenendo che tra preti e artisti vi fosse un’affinità: “ E se noi mancassimo del vostro ausilio, il ministero diventerebbe balbettante ed incerto…Per assurgere alla forza della espressione lirica della bellezza intuitiva, avrebbe bisogno di far coincidere il sacerdozio con l’arte.” Molti anni prima, nel 1931, parlando dell’arte sacra: “Quell’”omnia instaurare in Cristo” sono i santi a divinarlo e a promuoverlo; ma sono gli artisti i primi, che, nella sfera loro propria, possono perfettamente raggiungerlo”.

Artisti come santi, è ancora questo l’augurio che il nuovo Santo Paolo VI ci trasmette oggi come allora, sempre controcorrente: in un’epoca in cui si tende ad usare le mani più sulle tastiere dei nostri computer che per venire tese in aiuto verso chi è nel bisogno; in una società in cui si tende a spegnere la propria originalità di tratto a favore di un conformismo, di una omologazione che ci fa sentire più simili agli altri ma anche più banali; in una cultura in cui il benessere da tutti ricercato è soprattutto quello materiale mentre il malessere personale profondo, quello intimo dell’anima, dilaga, il Papa degli artisti-santi ci invita ad andare al di là delle apparenze, a sollevare lo sguardo verso il Cielo, a seguire gli artisti per imparare a riconoscere attraverso le loro opere la Bellezza e la Verità del Mistero.