È un compito così grande da sembrare irraggiungibile, eppure la civiltà della verità e dell’amore è già tra noi nella vita dei Movimenti per la vita e dei CAV, con la sua lunga storia di 40 anni di libero volontariato, nel costante impegno verso le gestanti in difficoltà economiche o in crisi per una gravidanza difficile. Il Movimento per la Vita in Italia con i suoi 600 Centri ha finora salvato dall’aborto 150.000 bambini.

A Varese, il Movimento e Centro di aiuto alla vita, il Direttivo e le sue volontarie, ha incontrato nei giorni scorsi la neoeletta Presidente di Federvita Lombardia, Elisabetta Pittino. Giovane, determinata e convincente, Elisabetta ha espresso il suo punto di vista sul presente dei MPV/Cav e soprattutto, sul loro futuro.

L’INIZIATIVA “CUORE A CUORE” E I CONCORSI LETTERARI

Tra gli impegni prioritari, la dimensione culturale e sociale apportatrice di una rinnovata cultura della vita trasmessa per testimonianza personale. L’iniziativa “cuore a cuore” che dona voce alle donne nel dichiarare in modo FORTE e CHIARO che il concepito è un essere umano, uno di noi! Non si tratta di un’operazione sentimentale, qualcosa di nostalgico e irreale bensì di una sottolineatura di quanto già dice la medicina oggi, cioè la stessa SCIENZA MODERNA.

Importante stimolo culturale sono i concorsi letterari scolastici del Movimento per la vita nazionale, tra cui il Premio Internazionale Alessio Solinas, nella sua ultima edizione intitolato “Vita. Diritto di tutti o privilegio di pochi?” in un’Europa che non è più capace di fare figli e in un’Italia che nell’ultimo rapporto ISTAT 2019 dichiara la sua recessione demografica con il peggior calo demografico degli ultimi 100 anni e un tasso record di invecchiamento: le morti ormai sono maggiori delle nascite.

Elisabetta ha quindi risposto alle nostre domande di volontari:

LA CULTURA DELLA VITA ATTRAVERSO QUALI CANALI PASSA?

fetoDa quanto ho potuto vedere in questi anni nel Movimento per la Vita, passa attraverso numerosi canali, come i media, attraverso l’arte, attraverso la bellezza in tutte le sue forme, attraverso la relazione. Abbiamo fatto bene e dobbiamo continuare a farlo: la cultura passa attraverso le persone. Come la prima relazione fondamentale tra madre e figlio; dapprima è solo un dialogo silenzioso ma rappresenta comunque un prototipo. Questo esempio di accoglienza reciproca è la prima forma di cultura della vita che passa, è prototipo culturale e sociale di un fare posto all’altro.

Oggi si parla tanto degli stranieri che arrivano da noi e, a questo proposito, abbiamo invitato recentemente a Brescia Pietro Bartolo, il famoso medico di Lampedusa, uno dei protagonisti dello splendido documentario Fuocammare di Gianfranco Rosi, che ha vinto l’Orso d’oro 2016. Il dottor Bartolo ha presentato il suo ultimo libro Le stelle di Lampedusa e ci ha raccontato della gioia profonda che prova ogni volta che riesce a far nascere una vita nuova. E’ da questo inizio di accoglienza che dobbiamo ripartire; è questa la giusta apertura culturale e sociale alla vita.

COME POTENZIARE L’ATTIVITA’ DI PREVENZIONE ALL’IVG NEI NOSTRI CENTRI?

Attraverso questa cultura della vita e la “coscienza” della bellezza dell’accogliere la vita perché non c’è cultura senza la bellezza. Siamo in pochi a portare avanti questa idea e viaggiando in Europa, mi sembra di aver percepito che la parte femminile della maternità sia vissuta un po’ come un peso; l’ideale pare essere la donna che lavora comunque. Non viene riconosciuto che allevare i figli è di fatto un lavoro manageriale di altissimo livello.

DATI 2017 MPV NAZIONALE

Elisabetta ha commentato i dati del 2017: Il totale delle donne giunte nelle nostre sedi sono 12.161; il 15% delle gestanti giunte erano al primo trimestre di gravidanza e l’85% ha proseguito la gravidanza con successo; sul totale di 12.161, ne sono arrivate 518 con il Certificato IVG, hanno abortito in 80 e non hanno abortito in 438. Nel 2017 si è tenuta bassa anche la percentuale delle gestanti che arrivano nei primi 90 giorni, il 39% e questo ci conferma questa difficoltà.

UN MESSAGGIO PER NOI DI VARESE

coppia stradaPrima di salutarci, Elisabetta ha voluto lasciarci un messaggio particolare e un augurio speciale. La battaglia per la vita è la battaglia del millennio e noi abbiamo questo privilegio di farne parte, in prima linea. In Italia il movimento si basa sull’attività di volontari che lavorano come professionisti ma non sono dei lavoratori dipendenti; da noi è tutto volontariato e di conseguenza è più difficile e più faticoso: “Sono felice di avere incontrato delle persone speciali e il mio messaggio è che siamo portatori di bellezza! Dobbiamo trasmettere speranza e con essa una forza nuova, una luce, un’apertura per una civiltà felice. Dobbiamo portare cultura, sapienza, bellezza e speranza nuova di felicità!”