La legge (in particolare, la legge 194 sull’aborto) serve ad educare la società civile? ”

L’Apartheid, la schiavitù e il colonialismo erano “legali”; la legalità è una questione di potere e non di giustizia.” Come non essere d’accordo? Già, un tempo era “normale” pensarla così, era il pensiero dominante di altri tempi.

In un certo senso, è così anche oggi per la questione dell’aborto, a cui è stato dato il nuovo nome di “interruzione volontaria di gravidanza” (IVG) e che è diventato legale in Italia nel 1978. Infatti, la legge N.194/1978 disciplina questa materia dichiarando che l’aborto è legale se la donna abortisce per sua decisione e libera volontà prima dei 90 giorni, cioè entro i primi tre mesi di vita del bambino. Le ragioni valide in tal senso possono essere le seguenti:

  • Un pericolo per la sua salutedonna in gravidanza
  • Condizioni economiche o sociale sfavorevoli

L’aborto è anche legale in caso di:

  • Anomalie o malformazioni del nascituro
  • Aborto spontaneo o accidentale
  • Aborto per fini terapeutici

Negli anni ‘70 chi spingeva a favore dell’approvazione della legge 194 sosteneva che il bambino entro i primi tre mesi di vita non era un essere umano vero e proprio ma soltanto un “grumo di cellule” o che non aveva personalità nemmeno giuridica e che men che mai avrebbe sofferto durante il raschiamento… In tempi più recenti, il 16 marzo 2005, Marco Pannella ancora dichiarava sul Corriere della sera: “Bisognerà uscire dal gioco di discutere del niente, cioè dell’embrione, di qualcosa che è blasfemo promuovere a soggetto di diritto”. Peccato che ognuno di noi sia stato, di fatto, proprio un embrione!

Dal 1978 ad oggi molte cose sono cambiate anche dal punto di vista scientifico. Nel corso degli ultimi dieci anni, la scienza ci ha detto che l’inizio della vita è segnato dal concepimento e che la nascita rappresenta il passaggio dalla vita intrauterina fetale alla vita extrauterina neonatale. Grazie ai nuovi strumenti medico-scientifici come la Risonanza Magnetica e l’ecografia, è stata svelata la vita dell’embrione (fino alla 10 a settimana) e del feto (dopo la 10 a settimana).

L’architettura generale di tutti gli organi si costruisce nei primi due mesi di gestazione e alla fine di questo periodo, l’essere ha acquisito la sua forma specifica e non si può più confondere con un embrione di animale. Anche il sistema nervoso centrale è già impostato nei suoi due emisferi cerebrali. Da questo momento si produrranno due fenomeni fondamentali: la crescita e la differenziazione cellulare. Tutti i sistemi sensoriali sono maturi anatomicamente in utero; certi sono poco stimolati, come la vista, altri lo sono molto di più, come il gusto e l’olfatto, stimoli tattili, cinestesici e vestibolari legati ai movimenti, sistemi uditivi; il feto è capace di sentire suoni anche dai cinque mesi di gestazione. In effetti, associando molti stimoli sensoriali, il bambino impara a conoscere il mondo e ad adattarvisi.  Il pancione racchiude dunque fin dall’inizio un bambino molto piccolo; è giustizia dunque eliminare il problema di una gravidanza indesiderata sopprimendo il più piccolo degli uomini, un innocente senza capacità di difesa? Da 40 anni in vigore, oggi la legge 194/1978, non riesce a placare le polemiche; di certo andrebbe rivista, corretta, migliorata e applicata in favore della vita.

L’aborto infatti non è l’unica soluzione ma al suo posto esistono alternative concrete , come sostegni economici, psicologici e morali, accoglienza in appartamenti dedicati alle neomamme in difficoltà o in case famiglia. Si può inoltre far nascere il bambino e poi darlo in adozione, restando nell’anonimato, con la formula “mamma-segreta”. Si può quindi donare la vita senza rimpianti e senza rimorsi, accettando la maternità come un bene, anzi il bene più grande.

Se sei una mamma in attesa di un bambino non desiderato, non devi sentirti sola; vienici a trovare allo Sportello per la Vita presso l’Ospedale del Ponte di Varese e troveremo insieme un’alternativa!