Si è tenuta nella splendida Sala dell’Arengo del Broletto a Novara, il 12 dicembre alle ore 21, una serata a cura dell’associazione LiFE Libertà Famiglia Educazione, dedicata al tema dell’aborto e alle ricadute etiche e sociali della legislazione sull’aborto dopo la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti del 24 giugno 2022. In effetti, da quel momento, il dibattito sull’argomento ha ripreso vigore ed è stato uno dei punti nevralgici delle elezioni americane di midterm di inizio novembre.

Il  Prof. Tommaso Scandroglio, bioeticista e docente universitario, ha introdotto il tema attraverso un’analisi giuridica di quest’ultima sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti. Molto interessante è stato l’inquadramento storico giuridico delle varie specifiche sentenze e del loro impatto sociale dal 1973 ad oggi; un andamento del dibattito sull’aborto sempre più a favore della difesa della vita.

La vita è una realtà meravigliosa

Mons. Antonio Suetta, Vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo, ha svolto una relazione spirituale, profonda e coinvolgente, davvero entusiasmante.

Facendo sue le parole e i sentimenti di San Paolo dell’Epistola a Diogneto, che definisce i cristiani nel mondo ma non del mondo, egli ci ha ricordato che i cristiani sono l’anima del mondo: “In questo grande movimento PRO-LIFE dobbiamo veramente essere tutti uniti nel nostro servizio a favore della vita, affinché la comunione profonda e l’unità vera diventino un atteggiamento concreto, costruttivo a favore della vita. Dobbiamo evitare in modo deciso la divisione interna ai PRO-LIFE”.

La vita è meravigliosa e l’aborto è una realtà abominevole, il peggiore attentato alla vita, un crimine contro un essere indifeso ed innocente, perpetrato da chi invece lo dovrebbe tutelare. Ogni offesa alla vita è un’azione cattiva in sé, intrinsecamente, ma nell’aborto c’è ancora più malizia.

Secondo una visione di fede, la vita è appartenenza a Dio, similmente ad una collana che “costringe” il collo, la “gola”, pur non stringendola. Dio è la sorgente e l’approdo, Dio che è in se stesso pienezza di vita, è Trinità che si effonde sull’uomo, sulla sua creatura. L’uomo è fatto di corpo, di carne, di limite, di fragilità, ma lo spirito di Dio ha soffiato sull’uomo il suo spirito, cioè l’anima, che nella lingua ebraica è stata tradotta non con un concetto ma con un’immagine: la “gola”. La vita è infatti respiro che entra ed esce dalla gola, esprimendo tutta la vita dell’uomo.

La “paternità” di Dio

La gola rappresenta anche il “grido”dell’uomo che invoca Dio, proprio come fanno gli uccellini, che nel nido sono tutto becco, perché la nostra vita è affidata anche alla sua Cura. Lo Spirito è quindi la partecipazione dell’uomo alla pienezza di Dio. In Dio sta la vita e ciò fonda anche la dignità dell’uomo. Togliere questi riferimenti fa perdere il senso della vita.

Caino e Abele e il senso di responsabilità dell’altro

Dio dunque è la fonte della vita ma è anche il nostro grande educatore, che “ci accompagna” per vivere la vita in modo degno perché vivere nella fedeltà alla sua legge ci “conduce”. Dio fonda anche la nostra libertà, intesa non solo come autodeterminazione ma anche come risposta piena all’appartenenza. Nel racconto di Caino e Abele, emerge il senso della responsabilità, della cura tra fratelli: colui che è più forte deve farsi carico del fratello più debole, anziché diventarne geloso e vendicativo.

Oggi, siamo in una stagione disperata per gli aborti, dalle cifre da capogiro! E’ vero, il vento sta cambiando ma la strada da fare è ancora lunga e molto difficile. Ci sentiamo limitati e le nostre iniziative ci sembrano impotenti, impari, rispetto alla potenza soverchiante del male.

Oggi serve una “rivoluzione” culturale

Occorre entrare nella logica della fede e non dei criteri mondani sociali, giuridici, politici, ecc.  La nostra forza maggiore è quella del lievito. La moderna visione della rivoluzione sessuale, espressa da Benedetto XVI, ha segnato da una parte il punto d’arrivo delle concezioni dell’uomo e degli stili di vita che ne sono seguiti come una sorta di “destrutturazione” culturale e valoriale.

Nella Bibbia la sessualità è una delle chiavi per comprendere il mistero umano, non si può toccare: Non comportatevi più come i pagani che sono estranei alla vita di Dio; durezza di cuore (insensibilità), dissolutezza e insaziabilità li portano a commettere ogni sorta di impurità (amoralità) (Efesini 4: 17-32)

Il pensiero dominante

I numeri dell’aborto dipendono dal DISORDINE nella vita dell’uomo; la verità della tristissima piaga dell’aborto è dovuta alla dissolutezza morale. Quando il progetto di vita è avulso dal progetto di Dio, è come dire a Dio: “Mi interessa il tuo dono ma non mi interessi tu.” Si tratta di una dissolutezza “voluta”, senza cuore e senza misericordia, a favore del male. Ma la cosa peggiore è quando si inverte il giudizio e il male passa per bene: la verità per l’ingiustizia; la decisione perversa, praticata come verità negativa, alla fine toglie anche l’intelligenza.

Dalla prima lettera di San Giovanni, cap. : 18, Noi sappiamo che chiunque è nato da Dio non persiste nel peccare; ma colui che nacque da Dio lo protegge, e il maligno non lo tocca. 19, Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno.

Ecco quale battaglia siamo chiamati a vivere: dietro lo scoramento, lo sfaldamento dell’umanità c’è un disegno contro Dio, quello del maligno.

Dio è padre e ci educa ma lo fa nella fatica del pellegrinaggio nel deserto, lì finiamo per rimpiangere l’Egitto e non comprendiamo il dono della libertà che ci è stato dato. Nel fare la rivoluzione culturale, dobbiamo avere bene in mente il male che invade il mondo. “La storia è lo scontro fra due forze: l’attrazione di Cristo e il potere di Satana. Il campo è il cuore umano“.

Due sono le colonne della creazione: la persona umana e l’unione coniugale tra uomo e donna. L’elevazione dell’aborto a diritto è la demolizione della prima. La nobilitazione del rapporto omosessuale è la distruzione della seconda. In questo scontro siamo chiamati a testimoniare come soldati che non fuggono e a proclamare il Vangelo di vita e matrimonio» (Card. Caffarra al Rome Life Forum alla Marcia per la vita del 19 maggio 2017).

Nel giorno della Madonna di Guadalupe, una domanda: cosa ci può unire e guidare tutti noi cristiani?

Non dobbiamo cedere al pensiero dominante, altrimenti finiremo per giustificarlo. Nel 5° Capitolo della Lettera agli Efesini, San Paolo dice che nessun fornicatore, nessun idolatra avrà in eredità il Regno di Dio. Idolatria è adorare un falso Dio ma in verità l’uomo ha la presunzione di mettersi al posto di Dio. Tuttavia, solo Dio può dare o togliere la vita!

I doni e le promesse di Dio sono irreversibili. Il Dono, la luce della Fede, ci dà l’Intelligenza. Noi siamo “capaci” di Dio: Dio ha già vinto la grande battaglia ma noi dobbiamo stare nella Verità e testimoniare a tutti la GIOIA della nostra fede. Dobbiamo vigilare affinché il Divisore non crei fazioni tra di noi per dividerci.

La diffusione della cultura della vita si ottiene rimanendo nella chiesa, che è da sempre paragonata ad una nave che attraversa la tempesta; una metafora che indica gli errori e le tendenze mondane che possono inquinare.

L’unità rende il popolo forte e anche la preghiera, che è ora più che mai urgente. La chiesa cresce misteriosamente con la santità dei suoi figli. Non dobbiamo tacere ma curare soprattutto  la formazione delle nuove generazioni che sembrano più indifferenti semplicemente perché “non sanno”! L’educazione affettiva e sessuale è molto importante.

Oggi si esaspera la libertà, al punto che il valore della libertà è diventato superiore a quello della verità. La ricerca della verità, le decisioni da prendere, sono questioni importantissime di un campo immenso che è quello dell’educazione, un ambito che è stato sottratto alla famiglia, a cominciare dalla trasmissione di valori autentici.

E’ una battaglia spirituale e perciò anche gli strumenti da usare devono esserlo. Ad esempio a Biella c’è ora l’Adorazione perpetua. Dobbiamo cambiare il cuore delle persone che non si rendono conto perché “non sanno”. In Polonia, per fermare l’eutanasia è stato fatto un lunghissimo rosario, ciò non è folclore ma sostanza. Niente è impossibile a Dio e con questa prospettiva trascendente riusciremo a vincere!

Susanna Primavera