Una pausa estiva è opportuna per tutti, anche se la tendenza odierna è fare pause dal lavoro più frequenti e meno concentrate, ove possibile. Il lavoro a distanza, grazie alle reti informatiche, permette di allontanarsi più facilmente durante tutto l’anno ma le vacanze estive restano ovunque la “pausa” più significativa, legata anche al gran caldo della stagione estiva, proprio come in questi mesi di giugno e luglio.
Una riflessione sull’importanza della luce solare e dell’abbronzatura merita un approfondimento. La ricerca di un’abbronzatura è vista in Occidente come una sorta di status symbol, in verità è in se stessa salutare perché già la sola luce ha degli effetti benefici sull’organismo e la mente.
Fotobiologia e fototerapia
La luce, che modifica i nostri processi biochimici interni e influisce sul tasso di crescita degli organismi viventi, è l’oggetto di studio della Fotobiologia, una scienza in evoluzione. I nostri occhi quando ricevono la luce “vedono” ma questa visione innesca anche profondi cambiamenti del nostro sistema nervoso; la luce agisce sulla secrezione di ormoni da parte delle principali ghiandole endocrine, condizionando in tal modo tutta l’attività chimica del corpo umano.
La luce solare naturale è dunque essenziale per la vita poiché offre esattamente ciò che occorre per il migliore equilibrio biochimico del nostro corpo. Nella Light Therapy o Fototerapia la luce può essere utilizzata a scopo terapeutico, da sola o in associazione a determinati farmaci, come ad esempio gli antidepressivi. Consiste nell’esposizione ad una luce filtrata molto intensa e brillante ma ben tollerata e priva di raggi ultravioletti UV e infrarossi IR che danneggerebbero la retina, e può essere utilizzata per trattare disturbi come, ad esempio, la depressione stagionale o la regolarizzazione del ritmo sonno/veglia (jet leg, lavoro notturno, inverno).
La natura della luce
Ma cos’è la luce? La luce è energia elettromagnetica, come le onde radio. E’ una radiazione dotata di una componenete elettrica e di una componente magnetica. Essa viaggia attraverso lo spazio vuoto alla cosiddetta “velocità della luce”: 300.000 km/s. Il Sole si trova a una distanza di quasi 150 milioni di chilometri dalla Terra, ma la sua luce impiega soltanto 8, 5 minuti per giungere a noi!
Il nostro Sole è la stella più vicina e, per quanto ci riguarda, ha la funzione di irradiare una grande quantità di energia elettromagnetica, che ha la maggiore intensità proprio nella gamma di “lunghezze d’onda” che a noi appaiono sotto forma di radiazione visibile, cioè di luce.
Le onde luminose
Il concetto di lunghezza d’onda non è facile da capire, come del resto molti altri fenomeni spiegati dalla fisica quantistica. Nel loro viaggio verso la terra, le onde luminose si propagano in tre dimensioni; le onde elettromagnetiche possono avere simultaneamente dimensioni diverse.
Quello che noi vediamo, sotto forma di luce, non è che una sola ottava di onde elettromagnetiche, con una determinata lunghezza tra una cresta e l’altra, che viene appunto detta lunghezza d’onda, peraltro dell’ordine di qualche millesimo di millimetro.
Per fare in modo che la gamma di lunghezze d’onde emesse si dilati a ventaglio, potremmo far passare la luce solare attraverso un prisma, ottenendo uno spettro di colori, quelli dell’arcobaleno.
“Al di sotto” della luce visibile, nelle lunghezze d’onda maggiori, vi sarebbe la radiazione invisibile infrarossa (infra, dal latino sinonimo di “sotto”), che noi avvertiamo sotto forma di calore. L’infrarosso sarebbe seguito in crescendo dalle microonde, prima nella Seconda Guerra Mondiale usate dai radar, ora anche nella cottura dei cibi. A seguire, le bande radio, e, infine, le frequenze Ultra High Frequency – UHF, usate per TV digitale terrestre, telefono e WiFi, sistemi radioamatoriali e RFID, sistemi di identificazione a radiofrequenza.
“Al di là” della luce visibile, nelle lunghezze d’onda minori, si troverebbe prima di tutto la luce invisibile ultravioletta (ultra dal latino indica “al di là”) o luce nera. Procedendo verso lunghezze d’onda ancora minori, avremmo i raggi X e i raggi gamma, potentissimi e penetranti.
Altri due concetti sono legati a quello di lunghezza d’onda: la frequenza e il quanto. La frequenza delle radiazioni elettromagnetiche (espressa in Hertz, il numero di onde complete in un secondo) è la velocità con cui vibrano le onde di una determinata lunghezza d’onda. Fu infatti Heinrich Hertz che scoprì per primo la radiazione elettromagnetica nel 1888.
Nei luoghi di lavoro è consigliabile una luce “a spettro completo”, cioè che comprende l’intero spettro visibile della luce solare, sia UV che IR, in piccole quantità, simile alla luce naturale.
Sole e pelle
Quando ci esponiamo alla luce solare e ci abbronziamo, la pelle ha subìto tutta una serie di sottili cambiamenti chimici, come reazione all’ultravioletto presente nella luce. La scottatura o “eritema ultravioletto” è la conseguenza di un modo errato, non graduale, di esporsi al Sole.
L’abbronzarsi implica anche un processo in cui si forma nella pelle la Vitamina D (calciferolo). Questa vitamina non si trova in alcun cibo, tranne che nel pesce ed è così importante che in molti Paesi nel mondo viene aggiunta al latte. In alcuni è un obbligo legislativo, in altri è fortemente consigliato.
Infatti, l’assenza di calciferolo nei bambini porta al rachitismo, una malattia dovuta alla carenza di calcio nelle ossa. Il rachitismo è effetto di una insufficiente esposizione alla luce solare, cioè una malattia da inquinamento atmosferico.
I popoli che vivono ai tropici ereditano un alto livello di pigmentazione permanente della pelle che ha una funzione protettiva dall’elevate quantità di radiazioni UV, che diversamente causerebbero un’eccessiva formazione di calciferolo. Nel nord Europa invece, occorre una pigmentazione ridotta al minimo per rendere la pelle il più sensibile possibile quando, come ad esempio in inverno, i livelli dell’ultravioletto sono molto bassi e la pelle li può captare il più possibile.
Abbronzatura in gravidanza
Anche durante la gravidanza ci si può esporre alla luce solare estiva con gradualità per beneficiare degli effetti positivi del sole, quali la produzione di vitamina D, fondamentale per la crescita del feto, la regolazione del ritmo sonno-veglia e la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del benessere.
Abbronzatura sì durante la gravidanza ma con saggia moderazione evitando insolazione, disidratazione e colpi di sole. Dal 2011, sono stati infatti severamente vietati alle donne in gravidanza l’uso di lettini e di lampade abbronzanti.
Prendere il sole sulla pancia non nuoce al bambino che si trova immerso in un liquido amniotico che si mantiene a temperatura costante e perciò inalterabile dai raggi del sole. E’ consigliabile un cappello e procurare al corpo dell’idratazione sia bagnandosi spesso, soprattutto testa, piedi e gambe sia bevendo spesso da 1 a 2 litri al giorno di acqua.
Il melasma (un difetto nella produzione di melanina) o maschera della gravidanza, che scompare alla fine della gravidanza, è una forma particolare di iperpigmentazione che si può prevenire innanzitutto con una riduzione del tempo di esposizione al sole, poi con un buon uso di creme solari di alta protezione e, infine, con tessuti di abbigliamento protettivi.
La luce è salute mentale
La mancanza di luce solare, come nei mesi invernali, può causare disturbi dell’umore come la depressione stagionale SAD: stanchezza, tristezza, senso di vuoto, apatia.
Studi hanno dimostrato che un’esposizione adeguata alla luce può ridurre i sintomi di ansia e depressione, migliorare le prestazioni cognitive e favorire un migliore stato d’animo generale. Gli ambienti luminosi e ben illuminati sono associati a un maggiore senso di sicurezza, comfort e benessere psicologico.
La luce, attraverso il nervo ottico, è in grado di riequilibrare il bilanciamento tra melatonina e serotonina, regolarizzando i ritmi circadiani sonno-veglia, migliorando l’umore, l’appetito e la qualità del sonno.
Possiamo concludere affermando che la luce del sole è la vita che nutre gli organismi e ha una funzione organizzatrice determinante nell’organismo e ciò ha un solido fondamento scientifico. La luce del sole porta salute, influisce sul buon umore, sulle capacità lavorative e favorisce la crescita del feto in gravidanza, rendendo più bella anche la mamma!
Susanna Primavera