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Il film

Il film, diretto da Mel Gibson, racconta la storia vera di Desmond Doss, il primo obiettore di coscienza dell’esercito degli Stati Uniti. Il soldato riceverà la medaglia d’oro al valore per aver salvato praticamente da solo 75 soldati. Cristiano Avventista del Settimo Giorno, si rifiuta di prendere in mano armi da fuoco. Una pellicola che, oltre ad essere caratterizzata da un montaggio e un sonoro eccezionali, muove le coscienze e le interroga senza pietà, come la guerra.

 

La trama

Desmond decide di partire per arruolarsi durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale per servire l’esercito come soccorritore militare. Completa la formazione di base, ma il suo rifiuto di portare un’arma da fuoco lo porta a un arresto per insubordinazione. La sua fidanzata visita Desmond in prigione e cerca di convincerlo a dichiararsi colpevole in modo che possa essere rilasciato senza accuse, ma lui si rifiuta di abiurare al proprio credo religioso: in tribunale, si dichiara non colpevole, ma prima che possa essere condannato, perviene una lettera in cui è dichiarato che il pacifismo di suo figlio è protetto da una legge del Congresso. Le accuse contro Desmond vengono così respinte e viene rilasciato.

Il messaggio

Questo film consegna allo spettatore molteplici messaggi, ma penso che uno su tutti sia il più esplicito: il credo supera tutto. Il credo religioso, in questo caso, i valori e i principi in cui Desmond crede fortemente, superano la famiglia, le beffe dei commilitoni e l’incredulità dei superiori. La fede negli ideali può (e deve) indirizzare le nostre azioni.  La fede di Desmond – simboleggiata da una piccola Bibbia che lui porta sempre con sé durante ogni battaglia e che legge in ogni pausa dal combattimento – non è un modo per distanziarsi dalla guerra: è anzi un modo per parteciparvi nella maniera più efficace e radicale possibile. Secondo Desmond i suoi compagni soldati combattono soltanto con le armi, ma dimenticano l’arma più importante: la fede in Dio. È solo quando l’intero battaglione diventa consapevole dell’importanza della fede – allegorizzata da una splendida scena finale in cui il battaglione intero attende che Desmond concluda le proprie preghiere per sferrare l’attacco finale al fronte nemico – che la guerra può essere vinta. Il problema della guerra, sembrerebbe dirci Gibson, non è militare, ma è etico. È solo quando una posizione etica vittoriosa viene raggiunta che è allora possibile conquistare anche la vittoria militare.

Il tema della vita

Il tema della vita viene richiamato in modo limpido a più riprese. Oltre ai temi citati sopra, penso che il desiderio di Desmond di sposare la sua promessa, sia un punto focale del film. Può passare in secondo piano, ma è il segno che un giovane uomo decide, nonostante la guerra, di scegliere un’altra persona per sempre. Oggi il matrimonio è sempre meno allettante come opzione, ma penso sia l’unica che permette al rapporto uomo-donna di essere vero. Concludo con una frase che ben racchiude il pensiero di Desmond: “In un mondo impegnato a farsi a pezzi da solo, non mi sembra una cattiva idea tentare di rimetterlo insieme pezzo dopo pezzo”.

link per approfondire: https://www.cineforum.it/recensione/La-battaglia-di-Hacksaw-Ridge

link al trailer: https://youtu.be/kYf3Wxb7-0Y?si=MSyHtkJtzk1IghYY

Virginia Banfi