Per rispondere a questa domanda presentiamo alcune problematiche psicopatologiche legate alla transizione alla genitorialità.

La depressione perinataleculla

La depressione perinatale può insorgere durante la gravidanza o nel post-partum. I sintomi tipici sono: umore depresso, irritabilità, sentimenti di ansia, bassa autostima e autosvalutazione, insonnia o ipersonnia, diminuzione della concentrazione, ridotta energia e affaticabilità, pensieri distruttivi concernenti il Sé e il bambino.

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Si tratta di un disturbo dell’umore di lieve entità, i sintomi rientrano dopo poche settimane dal parto. I sintomi sono ansia, pianto facile, preoccupazioni eccessive per il bambino, labilità emotiva. Si tratta di una modalità di adattamento fisiologica alla nuova condizione e solo in pochi casi evolve in depressione post-partum.

Psicosi puerperale

La psicosi puerperale è di competenza dello psichiatra. Si tratta di un disturbo dell’umore grave con depressione, episodi deliranti e perdita di contatto con la realtà che insorge dopo poche ore dal parto. In questi casi è necessaria l’ospedalizzazione e l’utilizzo di farmaci, ma è molto rara.

Disturbo da stress post-traumatico postnatale

Il disturbo da stress post-traumatico postnatale si manifesta come conseguenza ambientale; infatti, spesso colpisce una mamma che ha dovuto affrontare un parto traumatico. Ad esempio, un parto con molte ore di travaglio, senza sostegno nel controllo del dolore e con scarso supporto dello staff ospedaliero. I sintomi individuabili sono: pensieri intrusivi relativi al parto, incubi, ipervigilanza, irritabilità perdita di concentrazione e memoria.

Ansia perinatale pancione

L’ansia perinatale è presente frequentemente durante la gravidanza (15%-20%), decresce nel post-partum ed è predittore della depressione post-partum. Grazie alla presenza di alcuni questionari si può indagare se l’ansia della mamma è superiore a quello della popolazione. L’ansia si divide in ansia di tratto e ansia di stato. L’ansia di tratto è il livello di ansia presente in una persona al di là della gravidanza, si tratta, quindi, di una caratteristica stabile della personalità. L’ansia di stato, invece, è legata a circostanze ed eventi specifici.

L’ansia prenatale, in particolare, influenza la qualità della relazione genitore-bambino nel post-partum. Quanto più la mamma è ansiosa in gravidanza, tanto più questo avrà un impatto nel post-partum e in particolare nella relazione con il bambino.

Conclusionimani

Quella appena presentata è una panoramica di alcuni sintomi o episodi che le madri in attesa o che hanno appena partotito possono sperimentare. E’ necessario continuare a perseguire l’obiettivo dell’informazione per non far sentire sole e inadeguate le mamme e, in generale, i genitori che affrontano simili esperienze. Inoltre, questo è necessario per poter rendersi consapevoli del disagio e poter chiedere aiuto. Chiedere aiuto a professionisti siginifica lavorare sulla prevenzione della relazione genitore-bambino e sulla serenità di entrambi. Molto spesso vi è la condivisione di aspetti legati alla gravidanza e all’arrivo di un bimbo che riguardano la tenerezza, la gioia e la gratitudine, ma possono essere presenti anche aspetti di disagio come quelli appena affrontati.

La difesa della vita non riguarda solo il bambino, ma anche l’attenzione verso i genitori che, attraversando la delicata fase di transizione alla genitorialità, si prendono cura del bambino.

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Virginia Banfi