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Il film Luigi

Tratto dall’autobiografia “Non sarà sempre così” di Luigi Celeste, il film racconta per immagini il dolore e le vicende di una famiglia violenta. Ho volutamente messo l’accento sulla famiglia nel complesso e non solo sull’uomo autore di violenza poiché la violenza è una dinamica relazionale che coinvolge tutti i membri della famiglia, seppur in modalità differenti. Vedremo come l’autore di violenza è complementare alla vittima. Con questo non si vuole giustificare le azioni violente che vengono messe in atto, ma fornire una visione più completa del fenomeno.

La trama bambini

Licia e Franco hanno due figli Luigi e Alessandro. Se non si entra in casa, sembra una famiglia come tante altre, forse non è così. I due bambini nel cuore della notte sentono dei rumori e un fratello dice all’altro: “Quando ci sono i rumori dobbiamo aspettare”. Il padre maltratta la moglie e i figli assistono a tali violenze. Licia decide di denunciare il marito e questo comporta l’allontanamento anche dei figli. Nel frattempo, Luigi rincasa tardi la sera, frequenta un gruppo di neofascisti esponendosi al pericolo. Franco esce di prigione e ripiomba nelle loro vite, prendendo contatto prima con Luigi e, successivamente, tornando a vivere a casa. La violenza si ripresenta immutata, ma questa volta Luigi, ora cresciuto, non vuole più stare in silenzio e in attesa.

Il messaggio moglie marito

L’intento primario del film è sicuramente quello di mostrare le dinamiche di violenza intrafamiliare. L’Intimate Partner Violence (IPV) è una strategia comportamentale che si manifesta nella sfera psicologica, fisica e sessuale con l’obiettivo di perseguire dominio e controllo da parte di un partner sull’altro. Nel film viene messo in luce il modello ciclico della violenza caratterizzato da quattro fasi: la fase della luna di miele, la fase di tensione, la fase di attacco e la fase del pentimento. Nella fase di attacco, mostrata nel film con la violenza fisica e la coercizione e sottomissione sessuale, la vittima può provare paura, senso di impotenza e sottomissione. Nella maggior parte dei casi, le persone che subiscono violenza si sottomettono per evitare un aumento della violenza del partner. Gli atti di violenza continuano nel tempo poiché nella fase della riconciliazione chi abusa ha l’obiettivo di ristabilire lo schema di controllo, mentre quello della vittima è la cessazione dei soprusi. La pellicola, inoltre, apre anche il tema della trasmissione intergenerazionale della violenza. Luigi, infatti, cresciuto immerso in una dinamica di coppia violenta, si rapporta così anche con la sua ragazza.

Il tema della vitamamma figli

Il film fa emergere quanto in situazioni di questo genere difendere la vita significa tutelare i figli e chi subisce violenza. La tutela dei minori comprende anche l’allontanamento degli stessi da un contesto familiare in cui sperimentano violenza assistita. In questi casi, nei bambini emergono sentimenti come il senso di colpa, la solitudine, l’impotenza. I bambini e i ragazzi che vivono queste esperienze non solo avranno effetti psicologici, ma risentono dell’impotenza nel proteggere il genitore che subisce violenza. Inoltre, la difesa della vita si rende molto concreta quando l’incolumità della vittima e dei figli è in pericolo. Per questo motivo ci si può rivolgere ai centri antiviolenza e usufruire dei rifugi.

N.B. Nel film il protagonista mette fine alla violenza attuandone altrettanta, il Movimento per la Vita di Varese NON GIUSTIFICA e non condivide tale reazione come risoluzione della situazione. Il film racconta la storia di una famiglia, ispirandosi a fatti realmente accaduti; la recensione vuole solo mettere in luce le dinamiche di violenza.

Link al trailer: https://youtu.be/WEjciZ_iOWA?si=LpYZvoxeYB0A0HKC

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Virginia Banfi