1)Educare è un verbo che deriva dal latino e significa:

a)  tirar fuori, prendere con sè, levare in alto, in su

b)  allevare, nutrire

La seconda etimologia è legata al mondo animale, la prima alle azioni umane.

Educare significa, quindi, aiutare la persona a tirar fuori il meglio di sé, per elevarla, per condurla verso l’alto.

Se l’uomo fosse solo  sviluppo, solo accrescimento, basterebbe comportarsi con gli educandi come con i pomodori: aspettare che, con il tempo, semplicemente guardandoli, maturino…

Educare significa compiere un lavoro altamente selettivo, discernendo ciò che serve nel momento in cui serve.

Educare significa orientare, verso “quadri di orientamento” (fede, vita, morte).

I quadri di orientamento si danno in famiglia, luogo privilegiato del compito dell’educare.

Educare è una missione, un mandato difficile, che ha come obiettivo “umanizzare”  il cucciolo dell’uomo.

Educare significa mettersi in gioco come genitori, perché l’esempio è il primo agente educatore.

Educare significa trovare i momenti d’oro, in cui il dialogo è favorito, i momenti di un silenzio colmo d’attesa.

Non si può né si deve delegare ad altri il compito primario dell’educare, ma si possono trovare dei “maestri” di vita i quali possono affiancarsi ai genitori per educare.

¬â€

Per il significato della parola sessualità rimando al mio articolo “Sei sicuro di sapere cosa sia veramente il sesso?” pubblicato su questo sito.

¬â€

2) Il documento del Magistero che tratta dell’educazione sessuale in famiglia è: “Sessualità umana: verità e significato”, del Pontificio Consiglio per la Famiglia, 1995.

Il testo è, per molti aspetti illuminante e vale la pena di leggerlo per intero. Interessanti in quest’occasione mi sembrano in particolare i “Quattro principi sull’informazione riguardo alla sessualità”:

a) Ogni bambino è una persona unica e irripetibile e deve ricevere una formazione individualizzata.

Poiché i genitori conoscono, comprendono e amano ciascuno dei propri figli nella loro irripetibilità, sono nella migliore posizione per decidere il momento opportuno per dare le diverse informazioni, secondo la rispettiva crescita fisica e spirituale. Nessuno può togliere ai genitori coscienziosi questa capacità di discernimento.

b) La dimensione morale deve far parte sempre delle spiegazioni dei genitori.

I genitori potranno mettere in rilievo che i cristiani sono chiamati a vivere il dono della sessualità secondo il piano di Dio che è Amore, nel contesto cioè del matrimonio o della verginità consacrata o anche del celibato. Si deve insistere sul valore positivo della castità (…)

c) La formazione alla castità e le opportune informazioni sulla sessualità devono essere fornite nel contesto più ampio dell’educazione all’amore.

Non è sufficiente comunicare perciò informazioni sul sesso assieme a dei principi morali oggettivi. Occorre anche il costante aiuto per la crescita della vita spirituale dei figli, affinchè lo sviluppo biologico e le pulsioni che cominciano a sperimentare si trovino sempre accompagnate da un crescente amore a Dio Creatore e Redentore e da una sempre più grande consapevolezza della dignità di ogni persona umana e del suo corpo.

d) I genitori devono impartire l’informazione relativa alla sessualità  con estrema delicatezza, ma in modo chiaro e nel tempo opportuno.

(…) Dare troppi dettagli ai bambini è controproducente, ma ritardare eccessivamente le prime informazioni è imprudente, perché ogni persona umana ha una naturale curiosità al riguardo e prima o poi s’interroga, soprattutto in una cultura in cui si può vedere troppo anche per strada.

3)Il tema dell’educazione sessuale è complesso, faticoso, metterebbe in crisi qualunque genitore. Pur nel grande amore che ciascuno di noi prova nei confronti dei propri figli,

mettersi in gioco in questo ambito può sembrare non sempre prioritario nella scala dei nostri doveri.

Il genitore, di fronte alla tematica dell’educazione alla sessualità, teme talvolta di violare uno spazio riservato,  prova pudore, crede di essere inadeguato.

In realtà l’educazione sessuale altro non è se non educazione all’amore: non siamo forse in grado di svolgere questo compito? Vogliamo lasciare che si incarichi qualcun altro, magari estraneo alla nostra famiglia ma soprattutto al nostro sistema di valori?

Affidiamo a chiunque i nostri figli?

L’amore si ha quando il cuore dell’uno racchiude infinite fonti di vita per l’altro

(Fedor Dostoevskij)