Il Gruppo Insieme per la Vita presenta la mostra su Dante: “Il cielo intero si è mosso per te – Dante: uomo del desiderio e dell’incontro”, dal 14 al 20 settembre presso il Chiostro dei Frati Cappuccini di Viale Borri a Varese.
La mostra verrà inaugurata il 14 settembre alle ore 17 dal Vicario, Don Franco Gallivanone.
“L’amor che move il sole e l’altre stelle”
Una mostra su Dante Alighieri, centrata sulla ricerca della Bellezza, sinonimo di amore e spiritualità, è più che mai interessante nei nostri tempi difficili, caratterizzati da superficialità, violenza e una visione pragmatica, materiale ed economica dell’esistenza.
L’uomo del post moderno non contempla più come in passato una visione della vita capace di riconoscere e contemplare la bellezza come segno tangibile di amore divino. Anche Dante visse tempi drammatici e angoscianti senza tuttavia perdere una visione spirituale della vita. Per questa ragione, Dante Alighieri, il Sommo Poeta italiano è e resterà per sempre “profeta di speranza e testimone della sete di infinito insita nel cuore dell’uomo”.
Così scriveva il Papa nella lettera apostolica del 2021 Candor lucis aeternae: “Il Sommo Poeta, pur vivendo vicende drammatiche, tristi e angoscianti, non si rassegna mai, non soccombe, non accetta di sopprimere l’anelito di pienezza e di felicità che è nel suo cuore, né tanto meno si rassegna a cedere all’ingiustizia, all’ipocrisia, all’arroganza del potere, all’egoismo […]
Tutto ciò fa di Dante e delle sue opere, nonostante si tratti di un uomo del Medioevo (Firenze 1265- Ravenna 1321), un autore di estrema importanza e attualità.
Si tratta, infatti, di un Maestro della Letteratura che, attraverso la sua arte poetica, ci parla della bellezza della vita, del valore immenso di ogni vita. Non siamo nati per caso ma per realizzare uno scopo e siamo destinati a vivere per sempre.
Dante: uomo del desiderio e dell’incontro
Lo sguardo di Dante verso la vita è quello di un uomo che cerca il senso della vita stessa, cercando di cogliere il Mistero assoluto dell’esistenza del cosmo e di ogni più piccola creatura.
Mente e cuore si muovono alleati alla ricerca della giustizia, della bontà e della bellezza. L’orizzonte di Dante, pur apprezzando ogni aspetto della vita, supera la materia ed egli desidera elevarsi, nobilitarsi nel desiderio di realizzare una vita onesta, vissuta in pienezza e gratitudine per quanto ricevuto.
Dante diciottenne si innamora di una sua coetanea Beatrice. E’ un innamoramento, un amore giovane pieno di entusiasmo, di sogno, di speranza.
Ma Dante finirà per soffrire come tutti noi, per la morte dell’amata, per le ingiustizie subite e per la condanna all’esilio permanente che non gli permetterà di fare ritorno alla sua amata città natale, Firenze.
Egli è l’uomo del desiderio di Infinito perché dichiara in modo chiarissimo qual’è il più grande bisogno dell’uomo di sempre: trovare Dio, vedere finalmente l’Amore che solo riempie e sazia l’anima donando la felicità.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
La “Divina Commedia”, il capolavoro di Dante, inizia da un momento di crisi, di grande fragilità interiore. Addolorato e profondamente deluso per la fine del suo sogno d’amore, il Poeta inizia a dubitare e a smarrirsi.
E’ il momento della prova, in cui si può intraprendere una strada oscura che ci fa allontanare dai riferimenti valoriali seguiti fino a quel momento, foriera di scelte sbagliate ed errori fatali.
I tre vizi che gli sbarrano la strada sono la lonza, che simboleggia la lussuria, ovvero la sensualità incontrollata, poi il leone, cioè la superbia, l’illusione della propria superiorità sugli altri, e, infine, la lupa, cioè l’avarizia/cupidigia, la più pericolosa perché insaziabile.
L’onestà verso se stesso lo porta a riconoscere il dolore per i propri peccati e le proprie incoerenze e a volerne uscire. Egli prova una grande nostalgia del bene che ha conosciuto, quando conduceva una vita diversa, guidata dall’amore.
Questa nostalgia lo spinge verso una meditazione profonda, introspettiva, sul Bene e sul Male nella vita degli uomini. La sua profondità lo porterà a chiedere perdono e a riprendere il cammino della fede.
L’inferno è per chi ha scelto ostinatamente il Male
Dante immagina l’inferno come un luogo di infinito dolore, il luogo oscuro di chi ha liberamente e ostinatamente scelto il Male, come guida nella propria vita.
In un certo senso, ciò che i condannati ivi subiscono è la logica conseguenza di tutto il male commesso, ovvero l’annientamento di se stessi.
L’orrore davanti agli occhi del Poeta, lo fa sussultare ed egli comincia a provare una grande paura, capisce cosa sia “toccare il fondo” e ne resta terrorizzato. Più dirompente che mai, torna in lui il desiderio di verità, bontà e pace…
In conclusione, una mostra da non perdere per la sua bellezza, profondità e attualità. Vi aspettiamo per guidarvi lungo le vie dantesche e tornare insieme a “Riveder le stelle”!
Susanna Primavera