E’ stata inaugurata ieri, sabato 8 ottobre, presso il Battistero di San Giovanni, attiguo alla Basilica di San Vittore, la mostra “I Miracoli Eucaristici nel mondo”. La Mostra rende testimonianza di centinaia di miracoli, peraltro riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa, che hanno per oggetto l’Ostia consacrata, avvenuti in vari Paesi del mondo. Organizzata dalle Associazioni aderenti al gruppo “Insieme per la Vita”, rimane aperta per due settimane, dal 8 al 22 ottobre, dalle ore 15 alle ore 18. Ringraziamo Mons. Panighetti per aver inaugurato la mostra.

E’ una mostra importante che ha già viaggiato molto e che colpisce per le prodigiose vicende narrate e illustrate nei numerosi pannelli. In alcuni aneddoti, l’Ostia sfugge ad un furto o ad una profanazione librandosi in aria, sollevandosi da sola verso l’alto per sfuggire alle cattive intenzioni di qualcuno.

Talvolta, nell’Ostia appare l’immagine del volto di Gesù per convincere colui che in quel momento dubita della reale presenza di Dio nell’Eucaristia.

Come nasce la mostra

Questa mostra è stata concepita e realizzata da un ragazzino di nome Carlo Acutis, dalla fede limpida e tenace, con l’intenzione di suscitare conversione, speranza e fede in Dio per mezzo di Gesù, che è vivo e presente tra noi e in noi quando ci accostiamo alla Santa Comunione: “Ecco io sono con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”.

Carlo nasce a Londra il 3 maggio 1991 e muore il 12 ottobre 2006 al San Gerardo di Monza, a soli 15 anni, per una leucemia fulminante.

Il 10 ottobre 2020 è stato beatificato ad Assisi.

Che cos’è un miracolo eucaristico

Il miracolo è un intervento prodigioso di Dio che interviene per dare una conferma della fede nella presenza di Gesù nell’Eucaristia: “Questo è il mio corpo”, “Questo è il mio sangue”. Sono avvenimenti straordinari, veri miracoli, ed è come se Dio volesse quasi parlare con l’azione, come se volesse confermare e rafforzare con la forza della sua straordinaria presenza la Fede che propone all’uomo. Il miracolo è un evento straordinario che interrompe il silenzio apparente di Dio nelle nostre vite.

Ingenuità credere in Dio?

Non bisogna pensare che la fede in Dio, come quella di Carlo Acutis, può esserci solo perché si è molto giovani ed ingenui e, non conoscendo ancora il mondo, si è pieni di fervore e di slancio. Gli apostoli e i santi ci dicono che questa è la fede ad ogni età: “Io sono il Pane disceso dal cielo” vale per tutta la vita.

Una grande parola di speranza è racchiusa nell’Eucaristia ed, in un senso più ampio, nella vita di fede: per essere felici e realizzare in pieno la propria umanità serve solo cercare di imitare Gesù nella propria vita, cercare di assomigliargli il più possibile.

Solo così si coltiverà il Bene nella propria anima; tutto il resto, il corpo, i beni materiali, la bellezza, la salute, l’intelligenza, il successo e il potere non sono nulla a confronto dell’Anima e solo lei ci può rendere migliori: “essere” nell’Amore che ci realizza.

Il messaggio di Acutis ai giovani di oggi

C’è un periodo della vita particolarmente delicato, in cui la consapevolezza di sé chiede luce sul senso della propria esistenza, ed è la giovinezza. L’inquietudine attraversa il cuore di ogni giovane che, ad un certo punto proprio in quegli anni, si chiede chi è, cosa farà della sua vita, a chi dare fiducia, chi seguire come esempio illuminante, come diventare felici. Tutto ciò di fronte ed in mezzo ad un mondo che propone come in un vivace mercato delle emozioni: violenza, trasgressione, seduzione, sesso, pornografia via internet, il tutto a portata di mano.

La risposta di Carlo Acutis è la seguente: la fede in Gesù e basta. Questa non è una risposta superficiale perché Carlo viveva in una famiglia benestante che gli offriva tante opportunità per sperimentarsi nella vita, come ad esempio nello sport e nei viaggi. Eppure, rispetto alla fede, il suo benessere e i suoi successi personali non erano niente per lui perché non colmavano la sete di pienezza che viene soltanto da Dio.

In effetti, in sé, la fede è semplice, alla portata di tutti, e consiste essenzialmente in questo: “credere”, avere fiducia in Dio, ben consapevoli che non saremo traditi.

Ai giovani sofferenti e confusi, Carlo indica la strada giusta per crescere in purezza, bontà e amore, per realizzarsi umanamente e pienamente: la figura di Gesù come punto di riferimento. Egli è la porta nella dimensione del “sacro”, quel “oltre” le cose del mondo. E’ come se Carlo dicesse: “Stai attento perché non è come ti fanno credere: la fede non è per gli sfigati ma per gli illuminati.”

Proprio in questa dimensione “oltre”, si può trovare il significato del proprio esistere e lo stile migliore da adottare nel vivere. Attraverso il senso del vivere, si riesce ad individuare anche la direzione da dare al proprio cammino di pellegrino lungo le strade del mondo.

San Francesco, il santo modello di povertà e di umiltà

Anche Carlo Acutis era rimasto affascinato da San Francesco e dalla sua radicalità di fede e di vita: povero e umile, ultimo tra gli ultimi. Carlo si spendeva per gli altri come poteva, aiutando a destra e a manca, anziché starsene tranquillo a godersi la sua tranquillità legata ad uno status sociale che non gli faceva mancare niente.

Tutti nascono originali molti muoiono fotocopie” è una frase slogan, ad effetto, come molte altre che aveva inventato per convincere gli altri. Lo diceva riferendosi all’omologazione, la tendenza dei giovani ad imitare modelli di personalità di successo, mortificando se stessi, la propria personalità unica ed irripetibile.

Carlo era bravo a scuola e la sua brillante capacità informatica lo portava a sfruttare le potenzialità di Internet quale strumento di evangelizzazione per diffondere un modo alternativo e controcorrente di guardare alla vita, all’inizio del XXI secolo.

Carlo Acutis: il coraggio e la speranza

Le sue parole entusiaste dell’Eucaristia possano provocare gli spiriti dubbiosi e i non credenti, possano rendere più coraggiosi uomini e donne nel difendere i valori della famiglia e della difesa della vita. La sua “Beata” presenza tra noi possa generare nuove vocazioni e un nuovo slancio evangelizzatore che ispiri anche la trasformazione radicale della nostra società, riportando la “persona” al centro di ogni progetto sociale.

Infine, l’esempio di luminosa fede di Carlo Acutis sprigioni negli uomini di oggi, precipitati in una guerra assurda con il rischio di trascinare il mondo in una tragica apocalisse, un profondo e radicale cambiamento del cuore.

Susanna Primavera