L’Italia non ama i bambini: l) ora è il paese meno prolifico del mondo, 2) aumentano i maltrattamenti, mentre i bambini, visti sempre più nell’ottica del consumo, vengono derubati, dell’infanzia e “precocemente invecchiati” con stimoli estranei alla loro età . I1 mondo dei bambini è sempre più separato da quello degli adulti: anche quando sono “collocati” nel modo migliore (baby sitter, scuola materna, sport), essi rimangono sostanzialmente emarginati dalla famiglia. La loro estraneità  riflette la tendenza a considerarli un noioso incidente è quanto emerge da una indagine del Censis che descrive il “pianeta infanzia”. Che poi i nostri adolescenti siano imprevedibili, dipende forse anche dal fatto che gli adulti sono rimasti sostanzialmente estranei ai loro processi formativi. Dall’indagine del Censis risulta che non c’è una cultura che si occupi positivamente del bambino: il bambino è una realtà  “poco visibile”, che emerge solo per i fatti di cronaca più crudi in cui è coinvolto: per le violenze subite (20.000 l’anno), per distorsioni da abuso di TV (l’85,5% è suggestionato nel linguaggio, nel comportamento, nei giochi). Quasi a compensare questi duri e tragici aspetti della realtà , ecco le immagini edulcorate, scipite e false dei bambini della pubblicità, neonati ridotti a sederini inquadrati e coccolati solo in funzione della vendita di qualche pannolino in più, ragazzi ridotti a stomaci da riempire … con molta attenzione ai brufoli, però; oppure sono piccoli prodigi della TV. Manca, invece, un’attenzione precisa e continua alla bellezza, alla preziosità , alla delicatezza, all’importanza vitale di questa fase dell’esistenza: la nostra epoca trascura l’interiorità  (e non è poco). I disegni dei bambini sono da tempo usati come strumento di indagine psicologica: c’è un bambino di pochi anni che dalla madre tossicomane ha ereditato l’AIDS e vive praticamente in ospedale. Disegna se stesso. al centro del grande foglio bianco, solo e piccolissimo; attorno ha il VUOTO. Tra tutti i colori che gli sono stati dati, usa solo il nero. Ha le braccia un po’ aperte, in un gesto smarrito, ma quello che colpisce è che ha le palme delle mani bucate, come ad esprimere tutta la sua sofferenza di bambino inerme, nato già segnato dalla morte, come ad indicare l’incapacità  di prendere amore, mentre con le braccia aperte abbraccia il vuoto. Questo è un caso limite, ma quanto incida la solitudine del bambino sul suo futuro di adolescente è stato studiato dallo psichiatra Paolo Crepet nel suo libro “Le dimensioni del vuoto”. Un altro punto di vista è quello dello neuropsichiatra dell’infanzia Giovanni Bollea: egli nota che, ad ogni insuccesso scolastico la scuola colpevolizza la famiglia (non lo seguono), la famiglia colpevolizza il bambino (è pigro); il rimedio per evitare le strette di questa catena osservare, osservare, osservare. Il padre, poi, vale quanto la madre e qualche volta anche di più quello che dà sicurezza e fa da ponte verso la società . Il libro (“Le madri non sbagliano mai” Ed. Feltrinelli) invita i genitori a non rompersi la testa sul problema dei figli: l’importante è creare una rete di rapporti, ascoltare i bambini, partecipare alle loro esperienze, non mentire e non sfuggire alle domande. Diceva il Papa nella Lettera ai bambini (la prima di un Papa) in occasione dell’anno della famiglia, Natale 1994: “Questo Bambino, ora appena nato, una volta diventato grande, come Maestro della Verità  divina, mostrerà  uno straordinaria affetto per i bambini; dirà  agli apostoli: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite … perchè come loro appartiene il regno di Dio. Un’altra volta. agli Apostoli che discutevano su chi fosse il più grande, metterà  davanti un BAMBINO e dirà : “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”. In questa occasione pronuncerà  parole severissime di ammonimento: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare”. Quanto è importante il bambino agli occhi di Gesù. Queste sono le parole di Giovanni Paolo II mentre pensa ai “molti bambini che purtroppo, in varie parti del mondo soffrono e sono minacciati: patiscono la fame e la miseria, muoiono a causa delle malattie e della denutrizione, cadono vittime di guerre, vengono abbandonati dai genitori e condannati a vivere senza casa, privi del calore di una propria famiglia, subiscono molte forme di violenza e di prepotenza da parte degli adulti …. E chi ha dimenticato la dolcezza della Chiesa per il bambino nelle parole di Giovanni XXIII? “Quando tornerete nelle vostre case, date un bacio ai vostri bambini e dite loro: E’ il Papa che ve lo manda. Di questa sensibilità , di questa attenzione, di questo calore umano ha bisogno l’infanzia, età fondamentale e “magica” della vita (che influenza può avere su di loro quest’epoca che, affascinata dagli affetti speciali della tecnologia, soffoca quella grande risorsa della fantasia, potere di trasformazione- accettazione della realtà?) mentre le figure educative ed affettivamente stabili sono sempre più sfuocate.