Allattare al seno. Un rapporto esclusivo

La testimonianza di una nostra volontaria in merito all’allattamento al seno ci introduce nell’intimità della nutrizione corpo a corpo tra mamma e bambino.

Il latte materno è il miglior nutrimento che ci sia in quanto naturale e completo. Il bambino ne ricava non solo un grande piacere ma anche difese immunitarie preziose. Il rapporto tra la madre e il neonato è unico: intimo ed esclusivo, fatto di calore, morbidezza, una comunicazione non verbale che passa attraverso la pelle, le mani, sussurri e sguardi di straordinaria tenerezza e intensità. Tuttavia, non sempre le cose vanno così lisce e il bambino può fare fatica a succhiare il latte per tante ragioni diverse. Ascoltiamo l’esperienza della neo mamma Marisa che sottolinea, citandole in grassetto, le indicazioni del Ministero della Salute.

Un ospedale accogliente

Appena nato A. non riusciva ad attaccarsi al seno e non voleva bere il latte neanche dal biberon. Venne visitato da un osteopata per escludere che ci fosse un problema mandibolare.

Con l’aiuto ed il sostegno delle infermiere della Nursery, ho imparato le varie posizioni da assumere per attaccarlo in modo confortevole.

Solo dopo aver rigettato il liquido amniotico, A. ha iniziato a bere piccole quantità di latte e poiché non volevo perdere l’opportunità di allattarlo, finivo per trascorrere più tempo alla Nursery e al “tira latte” che nella mia stanza. Ricordo momenti estenuanti e di sconforto.

Il latte viene allattando

Quando un’infermiera mi disse che dovevo andare alle tre del mattino nella sala dei “tira latte”, perché è durante la notte che se ne stimola di più la produzione, mi scoraggiai e pensai di lasciar perdere, ma compresi anche che era qualcosa di molto importante e non mancai all’appuntamento.

 “Saltare una poppata, pensando di accumulare il latte per quella successiva è controproducente ed ostacola l’allattamento. Meno si allatta e minore sarà la produzione di latte! Se hai dubbi sull’andamento della poppata chiedi informazioni a una persona competente.”

Un’opportunità da sfruttare

Per un mio problema di pressione alta ci hanno trattenuti in ospedale qualche giorno in più, ma restare in un ambiente “protetto” è stata anche un’opportunità: ho acquisito sicurezza e ho capito come gestire al meglio le poppate. Inoltre, la presenza costante di mio marito mi ha aiutata ad affrontare la situazione con serenità. E’ stato un Natale speciale, perché avevamo il nostro Gesù Bambino! 

Saprò cavarmela da sola?

Al rientro a casa, la nostra routine giornaliera venne stravolta da un piccolo bimbo di neanche 3kg, che da subito ha riempito la casa di sorrisi e di amore.

Il travaglio dell’allattamento è continuato, quindi, dal momento che, da un lato, non volevo perdere il rapporto esclusivo con lui e, dall’altro, nemmeno la praticità dell’allattamento al seno. Ho deciso quindi di chiedere una consulenza ad un’ostetrica e al consultorio, che mi hanno supportato accompagnandomi in questo delicato periodo di cambiamento. 

“Se ne senti il bisogno, chiedi informazioni e aiuto a figure competenti.”

Anche a casa, con tenacia, dopo un allattamento lungo e la poppata artificiale, usavo il tiralatte per stimolare il seno. Un lavoro infinito che però è stato ripagato da grande soddisfazione. 

“Allattare è anche ecologico: puoi nutrire il tuo bambino con un prodotto a “millimetro zero”. Inoltre allattare è gratis.”

 

Chiedi aiuto!

Quindi se ti senti sola ed in difficoltà chiedi sostegno al tuo partner ed alla rete di familiari, ascolta tutti ma poi segui il tuo istinto, perché l’amore materno vince su tutto.

Affidati a persone competenti che ti possano ascoltare e darti un aiuto concreto, come ad esempio professionisti, Consultori e Centri Aiuto per la vita.

 Un rapporto esclusivo

Dopo qualche mese ho allattato esclusivamente al seno, anche perché ad A. non piaceva il latte artificiale ed ho portato avanti l’allattamento fino ai due anni. Il distacco è stato naturale e spontaneo.

I momenti di amore e di intimità hanno rafforzato il nostro rapporto e penso anche il suo sistema immunitario, perché A. oggi ha quasi tre anni e da allora ha preso l’antibiotico una volta sola.

Per riassumere direi che sono riuscita ad avere un rapporto esclusivo allattando mio figlio al seno fino ai due anni, dopo varie difficoltà perché A. non riusciva ad attaccarsi al mio seno e non voleva neanche il biberon.

Con l’aiuto delle infermiere della nursery, con il sostegno di mio marito e con la consulenza di esperti: ostetrica e consultorio sono riuscita a superare momenti di sconforto e di sfiducia.

Perciò se ti senti sola chiedi aiuto: allattare è un’opportunità importante per te e per tuo figlio!

Bibliografia:

Opuscolo “Allattare al seno. Un investimento per la vita” Ministero della Salute