La mostra dedicata a Dante Alighieri si intitola” Il cielo intero si è mosso per te”.
 Dante : uomo del desiderio e dell’incontro.
  Presso il Chiostro dei Frati Cappuccini di Viale Borri a Varese, dal 14/9 al 20/9, visite dalle 15.00 alle 18.00. Predisposta da Fides Vita
Presso il Chiostro dei Frati Cappuccini di Viale Borri a Varese, dal 14/9 al 20/9, visite dalle 15.00 alle 18.00. Predisposta da Fides Vita
Si tratta di pannelli esposti e raccontati con la guida di docenti e volontari del Movimento per la Vita di Varese e del Gruppo “ Insieme per la vita”. Un viaggio nel viaggio, Dante ci guida attraverso le tre Cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso, della Divina Commedia. Il nostro grande poeta aveva chiamato il Poema solo Comedía , pensando ad un genere letterario che da un inizio difficoltoso si conclude con un lieto fine, ma stilisticamente caratterizzato da tematiche anche turpi ma esposte in stile umile, in ottica cristiana per accogliere tutti gli aspetti della vita umana e raggiungere così il cuore dell’uomo. Tutte le condizioni dell’essere umano si incontrano nel Poema: disperazione, dolore, radicamento nel peccato, felicità, fino alla redenzione. La Commedia ( chiamata Divina da Boccaccio e recitata nelle Chiese di Firenze: quanto sarebbe bello ripetere l’esperienza anche da noi oggi!) è scritta in volgare perché tutti possano leggerla o comunque comprenderla.
Perché una mostra su Dante organizzata da gruppi che si occupano di difendere la vita dal concepimento al suo spegnersi naturale?
Perché la letteratura, l’arte, la musica, hanno il potere di innalzare l’animo umano e insegnargli cosa si intenda per vera bellezza.
Per arricchire il cuore e rendere la persona migliore.
Per ri-conoscere nell’altro la bellezza e rispettarlo.
Per capire che la persona è da rispettarsi nella sua umanità sempre, in qualunque momento della sua esistenza. Paradigmatico l’esempio di Primo Levi, che nel campo di concentramento di Auschwitz insegnava la lingua italiana al suo compagno di prigionia francese, servendosi della Divina Commedia e, in particolare, dei versi tratti dal canto dell’ Infermo dedicato ad Ulisse:
” Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e canoscenza”.
Anche nell’orrore della prigionia l’uomo non perde la propria umanità: un esempio per noi volontari della vita e per tutti: l’umanità ci caratterizza sempre, dal concepimento al termine della vita.
In particolare, però per Dante, la bellezza dell’altro non è mera bellezza estetica ma desiderio di capire ogni cosa, di abbracciare tutto, per purificare se stesso e chi lo accompagna nel viaggio. Il cuore dell’uomo è fatto tutto di desiderio. Desiderio è una parola che forse indica ( etimologicamente parlando) la “ mancanza di una stella”( de-sidus) il bisogno quindi di volgere lo sguardo verso l’alto per superare le proprie miserie, allontanarsi dal peccato ( Mi ritrovai per una selva oscura) e uscire a riveder le stelle.
Un cammino di purificazione che si attua nella concretezza estrema e che Dante offre ai lettori perché tutti noi uomini ci ritroviamo nella medesima condizione di peccatori, ma tutti, acquisita consapevolezza del peccato, possiamo ottenere la misericordia di Dio e salvarci. (“ allontanare i viventi, durante la loro esistenza, dallo stato di miseria spirituale, per condurli alla salvezza”. Lettera di Dante a Cangrande, 15)
Ecco quindi il viaggio e l’incontro con figure tutte dense di significato ( nulla è a caso nel Sommo Poeta), a cominciare da Virgilio
( “ Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore,
Tu se’ solo colui da cu’ io tolsi
Lo bello stilo che m’ha fatto onore”)
e in successione Paolo e Francesca, Ulisse, Catone, San Francesco e così via. La figura di Beatrice diventa strumento per Dante per riconoscere la condizione di peccato e allontanarsene nella speranza della “ visio Dei” aspirazione di tutti gli uomini.
L’incontro con l’Amore permette di essere condotti allo stato di reale Felicità.
“ Amor che move il sole e l’altre stelle”.
Non ci si salva da soli, bisogna accettare di aver bisogno di Altri.
“ Ci hai fatti per Te e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in Te”( Agostino, Le Confessioni,I,1,1)
Prof. Vittoria Criscuolo
 
  
  
 
 
 