Benvenuto Papa Robert Francis Prevost, Leone XIV!
Egli ci ha colpito subito per la sua figura solida e l’espressione di serenità e di pacatezza, un tratto personale sicuro e delicato al tempo stesso. Le sue prime parole sono state “La pace sia con tutti voi, sia una pace disarmata e disarmante, umile, che proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente.”
Il mondo in crisi profonda
Questo abbraccio di pace del nuovo Papa giunge in un momento di terribili tensioni internazionali, dovute ad antagonismi tra Stati e a conquiste di territori per mezzo di guerre di nuova generazione. La violenza dilaga nelle guerre ma un pò ovunque, non solo sulle donne; la materia trionfa sullo spirito; non sappiamo più cosa significhi amare; le famiglie si sfasciano facilmente e il cuore dei figli si spacca.
La solitudine della gente diventa una malattia, come un virus contagioso. Anche nella Chiesa c’è smarrimento, tradimento e divisione. L’aborto, un crimine contro l’umanità, si è trasformato in “diritto” e non è solo un gioco di parole.
Molte persone che incontro mi dicono sempre più spesso: “Questo, non è un bel mondo!”. E’ da questi stati d’animo che si genera la paura, tutto fa paura ma la paura fa chiudere in se stessi, fa allontanare dagli altri, per proteggersi. I politici seguono gli umori del popolo e promettono sicurezza, controllo e leggi più severe, facendo allontanare la democrazia.
Il Buon Pastore
Le prime parole di Papa Leone XIV sono state chiare e sicure : non c’è nulla da temere perché c’è il Buon Pastore, Gesù. Dio ci ama incondizionatamente. Non abbiate paura, il male non prevarrà. Noi saremo costruttori di ponti!
Parole di rassicurazione da Buon Pastore che guida con attenzione e cura il proprio gregge. Da questi primi passi, vediamo già delineato un programma di pontificato di apertura, di incontri, di dialoghi e soprattutto di mediazioni e di ponti: in una parola, dovremo metterci tutti in missione, per diventare portatori di pace e di speranza e creare un mondo migliore.
L’invito ad uno sguardo puntato al cielo, a Dio è evidente. Dobbiamo riprendere il cammino rendendoci più sensibili al richiamo del senso della vita, all’aldilà che ci aspetta. Fin da giovani, guardare al Buon Pastore per farsi guidare da lui, per realizzare se stessi, per gioire della vita.
Papa Leone XIV è un agostiniamo che ha viaggiato molto, conosce bene il mondo, e ha coltivato nel tempo lo spirito di accoglienza, dovuto proprio al carisma degli Agostiniani alla loro ricerca costante di armonia, di ascolto, di mediazione e di accoglienza. Secondo Agostino di Ippona (354 d.C. – 430 d.C.), lo scopo di ogni passo della vita deve essere orientato verso Dio, qualunque cosa si faccia deve servire per avvicinare a Dio. La vera fonte del sapere è Dio, che ci parla nell’anima. Sant’Agostino è stato il più importante esponente della Patristica, i Padri della Chiesa.
La prima omelia
Citando il Salmo 97 “Canterò al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie…” Papa Leone richiama subito la dimensione comunitaria dicendo: “In verità non solo con me ma con tutti noi. Fratelli cardinali, mentre celebriamo questa mattina, vi invito a riconoscere le meraviglie che il Signore ha compiuto, le benedizioni che continua a riversare su tutti noi attraverso il ministero di Pietro. Mi avete chiamato a portare quella croce, e ad essere benedetto con quella missione, e so di poter contare su ciascuno di voi per camminare con me, mentre continuiamo come Chiesa, come comunità di amici di Gesù, come credenti ad annunciare la Buona Notizia, ad annunciare il Vangelo”.
Ricorda subito dopo la missione e responsabilità di Pietro, perciò del Papa, che si può riassumere nel portare Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente, l’unico Salvatore e rivelatore del volto del Padre, a tutti gli uomini. E aggiunge: “In particolare poi Dio, chiamandomi attraverso il vostro voto a succedere al Primo degli Apostoli, questo tesoro lo affida a me perché, col suo aiuto, ne sia fedele amministratore a favore di tutto il corpo mistico della Chiesa; così che Essa sia sempre più città posta sul monte, arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina le notti del mondo. E ciò non tanto grazie alla magnificienza delle sue strutture e per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo -, quanto attraverso la santità dei suoi membri...”
… E’ questo un mondo spesso ateo ma è il mondo che ci viene affidato in cui siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Cristo Salvatore. Verso la conclusione della sua prima omelia, il Papa richiama innanzitutto ad un impegno personale lungo il proprio cammino di conversione, a cominciare da se stesso, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo.
VIVA IL PAPA! Nostra nuova Guida nella Fede.
Susanna Primavera