Oggi vi raccontiamo tre storie vere, che ci sono state trasmesse dal nostro CAVCentro di Aiuto alla Vita di Varese. Principale scopo dell’incontro con le donne in difficoltà: di fronte alla scelta dell’aborto, aiutare la mamma a scegliere la vita del suo piccolo. Tale scelta garantisce profonda serenità morale e pace interiore, nella gioia piena della maternità. Indispensabile l’incontro interpersonale e il dialogo di confronto, un sostegno economico-sociale e la vicinanza umana, ricca di empatia e di fiducia nell’avvenire!

Una famiglia numerosa

Poco più che trentenne, albanese, coniugata, Petra ha 4 figli piccoli e l’ultimo di 18 mesi, lavora solo il marito con un contratto a tempo indeterminato.

Petra ci è stata segnalata dal personale medico dell’U.O. Ostetricia dell’ospedale presso il quale abbiamo il nostro sportello d’ascolto, temporaneamente chiuso per le limitazioni imposte dall’epidemia di Virus Sars cov2,  dove si era presentata per chiedere di fissare la data e le modalità di IVG – Interruzione Volontaria di Gravidanza.

Petra aveva già ottenuto la certificazione necessaria alla sesta settimana di gravidanza presso il Consultorio Familiare di una cittadina, vicina a quella di residenza.

L’ostetrica e il ginecologo non obiettore hanno colto la sua profonda sofferenza e correttamente le hanno proposto un colloquio con la nostra associazione. Abbiamo avuto un primo immediato contatto telefonico cui è seguito un colloquio esteso anche al marito, mancavano solo 10 giorni al S. Natale.

I due coniugi si sono presentati con la piccola Teresa di 18 mesi, una bambina vivacissima; l’interazione tra gli sposi e la figlia ha da subito mostrato una coppia profondamente unita, con ruoli genitoriali sicuri ed efficaci.

Da subito, hanno tenuto a precisare che le quattro figlie sono state tutte cercate,  volute e accolte come un dono, e come questa quinta gravidanza del tutto inattesa li abbia colti impreparati, al punto di seguire il consiglio di parenti e amici di interrompere la gravidanza.

Ma la consapevolezza che quel bimbo che si sta affacciando alla vita sia totalmente affidato alla loro responsabilità e al loro amore, è ben presente in tutte e due e la loro angoscia è evidente.

Le loro difficoltà sono esclusivamente di natura economica: il padre ha un buon lavoro a tempo indeterminato, ma la famiglia è numerosa e, ancora per alcuni anni, sono gravati dal mutuo acceso per ristrutturare il piccolo appartamento di 70 mq. dove si trovano, già ora insufficiente per una famiglia di 6 persone. Petra non lavora e si occupa a tempo pieno delle figlie.

Incontro, riflessione, sostegno e scelta per la Vita

Durante il lungo colloquio abbiamo insieme valutato i possibili aiuti cui la famiglia può ricorrere stante che il padre ha la cittadinanza italiana e la famiglia appare totalmente integrata.

Abbiamo considerato: l’opportunità di incontrare i Servizi Sociali del Comune per gli aiuti previsti per le famiglie numerose; la possibilità di accedere all’assegnazione di un alloggio popolare adeguato alle loro necessità; gli aiuti materiali che il CAV potrà offrire e tra questi la richiesta di un Progetto Gemma.

Abbiamo considerato anche le possibili pesanti conseguenze psicologiche di un’IVG così sofferta. In particolare abbiamo evidenziato le loro risorse personali e genitoriali che li sapranno rendere capaci di una scelta coraggiosa e aperta alla vita: ci siamo lasciati con un arrivederci pieno di speranza.

Qualche giorno dopo, Petra ci ha telefonato annunciando la loro decisione di proseguire la gravidanza; non poteva esserci dono più bello alla vigilia del Santo Natale. La gravidanza decorre del tutto regolarmente. La data prevista per il parto è il 18 agosto 2022.

Il nostro progetto per Petra prevede  un sostegno alla maternità con accompagnamento alla gravidanza in collaborazione con U.O Ostetricia e Ginecologia.

Proseguirà la collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di residenza per una consulenza in merito alle misure socio-economiche previste a favore del nucleo famigliare e per seguire l’iter per l’assegnazione di un’abitazione in locazione più adeguata al reddito familiare.

Il CAV potrà fornire aiuti  inerenti alla cura e all’accudimento del bambino, sostegno  alla corretta alimentazione, supporto alla genitorialità e al controllo della fertilità in collaborazione con il Consultorio familiare ASST .

Storia di Shirley

Shirley ha 37 anni, è nubile e convivente, ha 4 figli piccoli, l’ultimo di 11 mesi. E’ di nazionalità ecuadoregna, fa la colf,  è residente in Italia dal 2007 e il convivente lavora con contratto a tempo indeterminato.

La famiglia è seguita dalla Caritas locale, ed era già seguita dal nostro Cav a partire dalla terza gravidanza. Abitano  in un appartamento in locazione.

La relazione con il convivente e padre dei suoi tre figli è buona ma presenta molti aspetti problematici: l’inattesa quinta gravidanza, a meno di un anno dalla nascita dell’ultima bambina, le pressioni dei parenti, la contrarietà del convivente a questa nuova gravidanza, le difficoltà economiche legate alle maggiori spese per i figli.

Inoltre, seri si presentano i rischi per la sua salute, paventati dal ginecologo, in occasione di una visita in P.S.: Shirley, infatti, ha già effettuato tre parti cesarei, l’ultimo un anno fa.

Tutte queste preoccupazioni hanno indotto Shirley a contattare l’U.O. Ostetricia Ginecologia Ospedale, dove le hanno fissato un appuntamento per la visita ginecologica per l’IVG – Interruzione Volontaria di Gravidanza – ma, contemporaneamente, ella ha ripreso contatto con il nostro CAV, che l’aveva già accompagnata nel corso della precedente gravidanza.

Incontro, riflessione, sostegno e scelta per la Vita

Giunge al nostro sportello interno all’Ospedale per un primo colloquio ed esprime tutte le sue difficoltà, il timore per i rischi legati alla gravidanza e al parto che gli sono stati presentati dai sanitari. Ricorda ancora la profonda sofferenza per l’IVG effettuata a 19 anni e che lei vive tuttora come un lutto, che neppure i tre figli avuti hanno saputo lenire; una scelta fatta in solitudine e frettolosamente.

Capisce che adesso ha invece la possibilità di essere accompagnata e sostenuta. Insieme si valutano i possibili sussidi alla maternità cui può accedere e si concorda una consulenza ginecologica presso il Consultorio Familiare, per valutare più approfonditamente i rischi per la sua salute legati a questa gravidanza.

Al termine di questo percorso, rasserenata dalla consulenza ginecologica e informata della possibilità di aiuto, decide di rinunciare all’IVG, se sostenuta economicamente e moralmente in questo difficile periodo di transizione.

Il progetto per lei ha previsto un sostegno alla maternità con accompagnamento alla gravidanza in collaborazione con il Consultorio Familiare, una collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di residenza per la consulenza in merito alle misure socio-economiche previste a favore del nucleo famigliare e la ricerca di un’abitazione in locazione più adeguata al reddito familiare.

Il CAV ha fornito aiuti inerenti alla cura e all’accudimento del bambino, sostegno alla corretta alimentazione, supporto alla genitorialità e al controllo della fertilità.

Gravidanza e parto sono decorsi regolarmente e oggi il bambino ha già compiuto 2 anni.

Storia di  Silvia

Silvia, di nazionalità italiana, ha 22 anni ed è nubile. Viveva con la famiglia d’origine, che ha lasciato per dissapori con i genitori. Ha un diploma scuola media superiore e un contratto a tempo determinato che probabilmente non verrà rinnovato.

La relazione affettiva con il padre del bambino che aspetta appare seria e il desiderio di un figlio era nelle loro aspettative, ma la gravidanza li ha trovati totalmente impreparati. Infatti, le pressioni sociali, le difficoltà economiche acuite dall’emergenza Covid19 e la precarietà del lavoro, hanno indotto Silvia a contattare  l’U.O. Ostetricia Ginecologia dell’Ospedale della cittadina ove risiedeva per chiedere l’ IVG, con intervento già programmato.

Durante il periodo di ripensamento, le sue preoccupazione e le perplessità sono state raccolte da una parente che attualmente la ospita e che l’ha indirizzata al nostro CAV, a lei già noto per le nostre attività.

Incontro, riflessione, sostegno e scelta per la Vita

Nel pieno delle limitazioni imposte dalla pandemia, su richiesta di Silvia, abbiamo iniziato contatti telefonici e in videochiamata. Questi incontri ci hanno permesso di approfondire insieme ai giovani genitori, le motivazioni della loro scelta e la realtà di quella vita nascente, totalmente affidata alla loro generosa accoglienza e responsabilità.

Dopo alcuni colloqui, abbiamo verificato l’intenzione di Silvia e del compagno di non interrompere la gravidanza. Essi hanno considerato anche la possibilità di contare sul sostegno delle famiglie d’origine, che ha sostituito l’iniziale atteggiamento fortemente istigante alla IVG, vista in un primo tempo come la soluzione più semplice di fronte ad una gravidanza non prevista.

Le abbiamo proposto un progetto di accompagnamento e sostegno alla maternità e all’acquisizione di una dimensione genitoriale positiva e efficace, oltre che di aiuti concreti, tra questi il Progetto Gemma i cui fondi sono stati utilizzati anche per un corso di formazione professionale per Silvia.

Il loro bambino ha compiuto 1 anno lo scorso mese di marzo, Silvia ha ora un lavoro adeguato alla sua formazione professionale e ha ottenuto il rinnovo del contratto di lavoro a tempo pieno.

Hanno una adeguata sistemazione abitativa in locazione. Silvia è molto contenta perchè può lavorare serenamente avendo anche un notevole aiuto dal compagno nella cura del bambino.