Varese 2016. Candidati Sindaco. Quattro domande quattro risposte.

Il commento.

Grazie a chi ha voluto rispondere alle nostre domande: certo ci voleva un po’ di coraggio, se non altro perché sui temi di carattere etico un candidato sindaco si gioca davvero l’immagine! Non è sufficiente, infatti, appuntarsi sul bavero della giacca il bollino di difensore della famiglia naturale per essere credibili.

Detto ciò, veniamo alle risposte. Non intendiamo prendere posizione per nessun candidato, il Movimento e Centro di Aiuto alla Vita di Varese non si schiera con alcun partito, ma facciamo “politica” nel senso più nobile del termine e vogliamo dare un contributo alla città sulle scelte dei candidati in merito ai temi di nostra competenza.

  • Pensare di equiparare le unioni civili tra persone dello stesso sesso (solo dello stesso sesso) al matrimonio tra un uomo e una donna indica che ancora molto dobbiamo operare perché si conoscano i rischi di semplificazioni di questo genere.
    Parliamo dei costi: “ (…)il Ddl stanzia 3.7 milioni di euro per il 2016, 6.7 milioni di euro per il 2017, 8 per il 2018, fino a 22.7 milioni di euro a regime a decorrere dal 2025. Per un totale di circa 130 milioni di euro in dieci anni. Detrazioni, pensioni di reversibilità e assegni familiari impatteranno sui bilanci pubblici” (fonte: Il Sole 24 ore), aggiungiamo noi: notevolmente. Non si potrebbe pensare di destinare questi fondi alle famiglie monoreddito, alle madri single, alle donne in difficoltà a portare avanti la gravidanza? Figli e famiglia naturale sono un bene per la società incomparabile, meritano una tutela assoluta da parte dello Stato.

Un conto sono i diritti delle singole persone gay, da potenziare nelle parti che eventualmente ancora possano risultare deboli, un conto il riconoscimento di un simil matrimonio: per quanto si cerchi con artifici e cavilli di distinguere, nell’immaginario collettivo si avrà senz’altro una sovrapposizione concettuale dei due fatti .
Senza contare le ricadute diseducative del riconoscimento di un altro tipo di famiglia: una gran confusione nelle fragili menti dei bambini, sia quelli nati nelle famiglie naturali sia quelli eventualmente frutto di fecondazione assistita realizzata al di fuori del nostro Paese, per chi può permettersela. Emblematico il caso del deputato Vendola, che si è “comprato” un bambino pagandolo più di 100.000 euro, o del cantante Elton John: a quei piccoli è stato sottratto il diritto di avere una mamma per la prepotenza di veder realizzato un desiderio personale. Il presidente della Società italiana di Pediatria, Giovanni Corsello, invita a mettere in primo piano l’interesse dei minori “Non si può escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso non abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell’età evolutiva. (…) Il dibattito sul Ddl si è mantenuto su una sfera prevalentemente politica e ideologica, riteniamo che la discussione dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino”.
Poi, visto che viene citato il Santo Padre sempre a sostegno di una posizione o l’altra, ricordiamo che nell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”, Papa Francesco afferma che “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie , neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e sulla famiglia”.

  • Il pericolo dell’ideologia gender e la sua diffusione in ambito scolastico non può essere sottovalutato: i progetti applicati nelle scuole italiane ispirati alla teoria gender e/o all’omosessualismo sono molto ben documentati sul sito Provita aggiornato ad aprile 2016, con ben 30 pagine di casi di iniziative e progetti applicati nelle scuole italiane o comunque rivolti a studenti o docenti ispirati alle teorie di genere, prodotto dei “gender studies” o/e alle teorie delle associazioni LGBT. Sotto il mantello della lotta alla discriminazione e al bullismo si diffonde un’ideologia gravemente dannosa sotto il profilo educativo per i bambini e per gli adolescenti.
  • Invitiamo quindi i candidati sindaco della città di Varese a documentarsi e a non difendere l’indifendibile. Il Movimento per la Vita è impegnato da sempre in corsi di educazione all’affettività rivolti a ragazzi e adolescenti: l’esperienza ci dice che già oggi per una famiglia è difficile svolgere il proprio ruolo educativo, indicare ai figli la strada giusta in vista di una maturazione ed una crescita equilibrata. Sarebbe meglio non disperdere il patrimonio e la ricchezza di valori che ancora la nostra società possiede, nel tentativo di scimmiottare altri Paesi che portano avanti bandiere che, culturalmente, non ci appartengono.